Aprile è il più crudele dei mesi...
“Aprile è il più crudele dei mesi, genera lillà dalla terra morta, mescola memoria e desiderio, desta radici sopite con pioggia di primavera”
Macabea fatica a dare ordine, e sintesi, ai suoi troppi
pensieri; sente che alcune relazioni si stanno sfilacciando e non sa se ha
voglia di riannodare i fili spezzati.
La Pasqua le ha portato la sorpresa di un insolito silenzio; di Dio,
soprattutto, e di alcune voci non più così vicine.
Soprattutto da quando tutto è stato travolto dalla fragilità, Macabea cerca
relazioni corrispondenti. Non può permettersi di essere la sola a cercare, a
provare a costruire, a mantenere, perché deve riservare la sua capacità di accudimento
e cura a chi ne ha più bisogno. E se stessa.
Macabea si sente dimenticata da Dio, con il quale ha sempre avuto una relazione
burrascosa ma oltremodo viva. Ora lui si nasconde, non la cerca, si nega. Come
un amante svogliato, un amico distratto, e proprio quando Macabea avrebbe più
necessità di ascolto e accoglienza. Lei ha detto ad alta voce la mancanza che
vive e ha ricevuto un silenzio che è una risposta con la quale sta facendo i
conti. Non rinuncia, ma non agisce: ha bisogno di essere cercata e desiderata
da Dio.
(e anche da te)
Un altro silenzio le ha fatto compagnia in questi giorni di famiglia
sparpagliata, e profuma invece di tende appena lavate, di cuscini nuovi che
portano i colori della nuova stagione, di torta che lievita nel forno.
Macabea si è scoperta felice di questo silenzio, bisognosa di una certa
distanza fisica da chi più ama. Sa che torneranno presto la nostalgia, il
sentimento di mancanza e di solitudine, ma per ora si nutre di spazi e respiri
che possono essere solo i suoi.
“Aprile
è il più crudele dei mesi, genera lillà dalla terra morta, mescola memoria e
desiderio, desta radici sopite con pioggia di primavera”
Forse è perché non piove . Forse è questa aridità che rende tutto così sospeso. Aspetto la pioggia come l’attende la terra. Pioggia che nutre e risveglia. Pioggia che canta come sto tornando anche io a cantare: cercando una voce che avevo dimenticato e parole che pensavo di non ricordare.
Pioverà e forse verrete a cercarmi.
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