Fioritura

Macabea si sente stretta dentro la cornice in cui la disegni.

La sua narrazione, quello che c’è nella sua testa, tu non lo sai: puoi solo immaginarlo, intuirlo, sfiorarlo.
Non sai quale narrazione percorre per arrivare a sera e non sai cosa si racconta prima di abbandonarsi al sogno. E non lo sai perché non l’ascolti e non la osservi.
Sembri non aver capito quante Macabea vivono dentro Macabea. Eppure quella che avevi disegnato tu, incorniciandola in un santino che possedevi solo tu, è stata cancellata da un'esplosione molti anni fa. Restano le tracce sul foglio, certo, perché lei è anche quel santino. E poi è molto altro. Pensavo lo avessi sempre, ancora, ben presente.

Macabea si sente spesso giudicata, altrettanto spesso si sente di non meritare nemmeno un giudizio perché l’interpretazione autentica, ammesso che esista, è sempre prenotata da altri diversi da lei.

Macabea sta lentamente costruendo un autunno di semina, che diventerà inverno di apparente sterilità e primavera di germoglio. 
L’estate sarà tutta da scoprire.

Oggi le piacerebbe raccontare le scoperte che la stupiscono e le fanno ritrovare pagine dimenticate del suo pensare. Lo fa, perché non riesce a tacere, e sbaglia perché non si limita a farlo ma spera sempre in una condivisione impossibile.

Quello che sta cambiando è la calma vivace che non la abbandona. La consapevolezza della bellezza e della ricchezza del tessuto che sta cucendo. Poi dovrà decidere come utilizzare il tessuto e con chi abitarlo.

Macabea sta fiorendo e tu stai perdendo il suo spettacolo.

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