Punto e a capo. Ancora

Nessuno è più solo di chi potrebbe non essere solo. 
Ecco.
Macabea potrebbe non essere sola.

Le storie che non si consumano si logorano. Come i tessuti preziosi che lasciamo nei cassetti per timore di rovinarli e che ritroviamo segnati dalle tarme, dal tempo che ha ceduto il suo colore alle pieghe.
Ecco.
Macabea si sente un po' come un tessuto logoro. Ma prezioso.

Eppure.

Macabea sa vivere in apnea e sa come si tocca il fondo per darsi la spinta giusta a uscire e prendere aria.
E sa respirare abbastanza per sé e per chi accanto a lei aspetta il suo respiro, o del suo respiro si dimentica.
Respira lentamente, Macabea. Molto più lentamente di quanto non abbia mai fatto.
Sta imparando l'impermeabilità della sua pelle segnata da ogni attimo, da tutti i pensieri che non riesce -non ancora- a dimenticare, a perdere, a lasciar volare via.

Ecco.
Macabea mette un .
E va a capo


"Una donna non può sopravvivere
col solo suo
_                      respiro
deve conoscere
le voci delle montagne
deve riconoscere
l’eternità del cielo azzurro
deve fluttuare
con i corpi sfuggenti
dei venti della notte
che la conducono
dentro se stessa

Guardami
io non sono una donna divisa
io sono la continuità
del cielo azzurro
sono la gola
delle montagne
un vento notturno
che brucia
a ogni suo respiro.

Joy Harjo, Fuoco

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