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Macabea ama l’odore della pioggia d’estate e in questo momento piove.  Ecco perché le piacerebbe starsene seduta sul suo terrazzino a respirare la pioggia e consentire ai suoi occhi di chiudersi in sogni meno stanchi di quelli che affollano le sue notti.

A Macabea sembra di non avere più tempo per ciò che le piace. Sta lavorando tanto da stupirsi, talvolta, delle energie che sembrano non finire mai. Però poi appena posa il capo, ovunque, dorme. Dorme di un sonno affollato e rumoroso. 

Un’altra estate di tanti soliti chilometri. E lei vorrebbe che la strada la portasse in un luogo nuovo, dove perdersi un po’ e sentire i pensieri sgombri dai pensieri quotidiani.
Vorrebbe anche tante altre cose, che tiene invece chiuse in una scatola che cerca di dimenticare in fondo a un cassetto. Magari un giorno la ritroverà e con sorpresa scoprirà che alcuni di quei desideri si sono avverati.
Nel frattempo Macabea legge libri che le restano appiccicati per giorni, settimane, e ai quali non concede, rammaricandosene colpevolmente, il tempo per provare a mettere ordine tra le intuizioni, le suggestioni, talvolta le verità che quelle pagine le hanno svelato.
E poi compila liste, brevissime, per provare a salvare almeno alcuni istanti e arginare la fatica con lo stupore di un momento regalato che rischia di perdersi nella corsa frettolosa dei giorni.

Piove e la tentazione di uscire e lasciarsi prendere dalla pioggia è sempre lì, in agguato, come quando era bambina


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