"Le ripetizioni"

Mi sono chiesta più volte, durante la lettura de "Le ripetizioni", perché non riuscissi a chiudere il libro e restituirlo alla biblioteca. 
E' stata una lettura fastidiosa, disturbante, a tratti disgustosa, ma c'è qualcosa, nel libro, che ne impedisce la chiusura definitiva. Forse è il continuo gioco di specchi con la propria memoria; forse sono i continui riflessi introspettivi e "estrospettivi"; forse è per il racconto di quanto possiamo essere ambigui, multipli, sfaccettati e sconosciuti a noi stessi pur restando completamente, inevitabilmente sinceri.
Forse è stata la crudezza di leggere che tutti sono così: è come se nessuno si potesse salvare, come se tra le pagine ci si muovesse in una condanna collettiva alla menzogna; come se non ci fosse alternativa al cedere alla parte più orribilmente bieca di noi e, nel contempo, si intravvedesse anche una assoluzione collettiva: la memoria che decidiamo di conservare, di svelare o di tacere e dimenticare, potrebbe diventare trama e ordito di una maggior comprensione consapevole di noi stessi e degli altri.
Il finale del libro è atroce come si intuisce da diverse pagine prima dell'ultima e sembra esserne consapevole anche l'autore. Autore che resta però troppo compiaciuto di se stesso e della propria scrittura per dare al lettore la possibilità di distogliere lo sguardo.

La risposta che mi sono data sul perché sia arrivata alla fine della lettura, è che ho avuto la sensazione che abbandonare il libro sarebbe stata una resa alla tesi che forse lo ha ispirato: per nessuno di noi è prevista una vera innocenza, ma io non voglio credere a questo e voglio essere consapevole di avere dentro di me la possibilità di mille donne, mille volti, mille nomi; e che voglio anche essere consapevole di dover accogliere le altrettante espressioni delle persone che con me vivono, amo e che mi amano, che incontro anche casualmente per un breve istante. Voglio essere consapevole di tutto questo ma non voglio abdicare all'idea che in tutto questo non ci sia una possibilità di scelta di sincerità anche nell'orrore, anche nell'aberrazione di se stessi. Voglio credere nella possibilità di salvezza portata dalla scelta consapevole dell'azione e del pensiero che l'azione compie.

Le ripetizioni, Gilio Mozzi, Marsilio Editore


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