La vita invisibile di Euridice Gusmao

Per qualche giorno sono stata Euridice. Ne ho compreso i silenzi, gli altrove in cui abitare per resistere ai giorni quando sono sono della nostra misura. 
Ho pensato alla scelta del suo nome e al mito che richiama. Euridice Gusmao parla poco, nel libro. Sappiamo cosa pensava la ninfa Euridice? 

Per alcuni giorni ho seguito Euridice e la sorella Guida e anche al suo nome ho pensato tanto. Prima perché non facevo che leggere "Giuda" (e in qualche modo Guida tradisce Euridice e ne è anche la migliore amica come lo era, forse, l'apostolo che tradendo Gesù gli ha consentito di risorgere) e poi perché lei la sua vita l'ha guidata a dispetto di tutto e di tutti, finanche di se stessa.                               Ho seguito anche Zelia, la vicina di casa che dà voce a tutte le nostre invidie, ai nostri sguardi da dietro una tenda, alla nostra incapacità di amare ciò in cui siamo.

Le pagine scorrono leggere, ironiche, mai banali. C'è molto Brasile: molta luce e molto buio; dolori profondi e amori totalizzanti.                                                                                                            Leggerlo mi ha richiamato un altro libro che racconta di donne apparentemente invisibili: Cuccette per signora di Anita Nair. Donne resilienti in un mondo che non le riconosce, nemmeno le vede, eppure  capaci di tessere i fili per dare trama alle loro vite.                                                                              Forse lo stesso libro letto da mia figlia avrebbe portato in primo piano un differente significato notando che l'invisibilità di Euridice non può mai essere l'esercizio di un suo potere perché non è scelta ma imposta al fine di fare sparire una donna relegandola nel solo ruolo concesso: moglie e madre. Io vedo Euridice che sprofondando nella sua poltrona solo apparentemente è immobile. Euridice, mentre è invisibile, sogna la rivoluzione, come recita il sottotitolo della mia edizione, e la fa perché non si riconosce limiti: legge Shakespeare in lingua originale, con accanto un dizionario, perché non conosce l'inglese, e ci ricorda che possedere le parole ci rende invincibili.

La vita invisibile di Euridice Gusmao, Martha Batahla





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