Macabea ha pelle che ricorda
Macabea ricorda con la pelle. Il suo pensare diventa presto sbiadito nel ricordo della ferita: dimentica i dettagli, le parole, le occasioni. La sua pelle conserva ogni attimo, ogni sensazione, tutto il dolore. Ecco perché non riesce a comprendere come il silenzio possa essersi spento così, come non ci fosse mai stato. Ecco perché non riesce a muoversi al ritmo di gesti premurosi dopo quelli interminabili dell'indifferenza. Pensa di averne intuito forse la ragione, ma è talmente una spiegazione piccola (e meschina) che si rifiuta di attribuirtela. Macabea ha pelle che ricorda a parla. Esistono gesti che possono trovare accoglienza e consentire alle cicatrici di non sanguinare oltre. Richiedono cura, premura, attenzione, pazienza. E una parola: "scusa". Macabea è densa; non le si può passare attraverso come non avessero consistenza il suo pensare e il suo muoversi senza sosta per non sentire quanto fragile è il terreno che si muove sotto il suo andare incerto che non lascia spegnere la luce che lei è.
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