Cambiamenti
Il mio corpo parla.
A volte ho l'impressione che si stia sgretolando lentissimamente e cerchi di farmelo sapere con piccoli segnali che rallentano i movimenti o li rendono più faticosi.
Quello che però mi spaventa è un senso di vuoto che mi si allarga nello stomaco fino ad arrivare al cuore, ai pensieri; che mi fa sentire sull'orlo di un buco nero che sembra volermi inghiottire e sul quale temo soprattutto di perdere il controllo. E' una paura del tutto nuova e mi ripeto che fino a che la vedo, fin tanto che intorno a quel buco nero ci sarà la balaustra della mia fragile lucidità, riuscirò a non caderci dentro.
Cerco di alzare le difese raccontandolo, in qualche modo, magari sorridendo di questa nuova fase che mi fa entrare decisamente nell'età della quasi vecchiaia. Ma il racconto è timoroso. Come si fa a dire a chi si ama che ho paura che un giorno mi lascerò cadere, perché l'angoscia è troppa e mi divora?
Chiedo di essere abbracciata, scherzo con amiche che sono in equilibrio precario come me o che lo hanno già affrontato o che anche grazie a me impareranno a farlo.
Chiedo di essere abbracciata, scherzo con amiche che sono in equilibrio precario come me o che lo hanno già affrontato o che anche grazie a me impareranno a farlo.
E intanto tutto deve scorrere come sempre: il lavoro, i figli, P, i genitori anziani; la rigorosa disciplina a tenere a bada i pensieri; il tentativo di oliare il mio corpo che invecchia facendolo muovere di più e più dolcemente.
E poi leggere divorando parole come altri assumono integratori perché nessun libro è per caso.
Che la mia mano sia saldamente stretta nelle vostre, perché ci si salva da soli ma solo quando intorno soli non si è.
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