Piccoli esercizi di felicità quotidiana. 28

Cose vuole dire essere amiche? E qual è la sottile linea che separa la conoscenza da un'amicizia?
Qualche sera fa ho condiviso confidenze, chiacchiere, pettegolezzi, risate e domande esistenziali con due donne che non avrei definito amiche, ma nemmeno conoscenti, prima di quella cena. E ora?
E quanta meraviglia c'è in questo saper condividere con profonda leggerezza tanta parte di noi? Sapendo, a pelle, di poter contare sull'accoglienza dell'ascolto: divertito e attento e discreto.
Quanto mi mancano le amiche che ti accompagnano da sempre lungo la strada? Moltissimo. Un vuoto incolmabile.
Quanto sono grata di aver imparato ad accogliere gli incontri adulti, a fidarmi del mio intuire, a fidarmi delle donne che ho casualmente incrociato, con cui percorro sentieri differenti con passi differenti e sempre la stessa curiosità?

La disciplina che mi impongo in queste settimane non mi appartiene. Mi è però necessaria per restare in equilibrio e pensare di avere abbastanza intelligenza e resistenza per affrontare tutto quello che già conosco e anche quello che verrà.
Ho scelto una disciplina esigente. Mi concedo indulgenza per gli inciampi, ma  sono rigorosa nei fondamentali, che comprendono anche alcune rinunce che non sono certa sia un bene vivere. Ma devo provare. So che ho necessità di provare. 

Come so di avere la necessità di fare fatica fisica e togliere la ruggine dal mio corpo che mi sembra di non riconoscere. Per questo proverò a tornare in acqua; sentire il mio respiro e ritrovare i gesti che consentono al corpo di galleggiare e lasciarmi sostenere in questo dall'acqua. 

Tentativi di sopravvivenza. Piccoli, faticosi, esercizi di felicità quotidiana.

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