La Strega

Macabea lo sa.
Macabea è una strega. Ha questo dono di sentire e sapere. Non sbaglia mai, quasi mai.
Farebbe volentieri a meno di questo dono, lo baratterebbe con uno più frivolo: indirizzare lievi disgrazie a chi le incupisce i pensieri o rendere reale qualche minuscolo desiderio che rimanda sempre per senso del dovere.
Questo dono le si manifesta spesso in sogni che restano appiccicati alle sue palpebre. Si sveglia e il sogno è lì: ad accorciarle il respiro e a rendere ancor meno ferme le sue mani già incerte.
E così Macabea sa che nei loro giorni è tornata una strega di altro tipo. E che se è potuta tornare è perché qualcuno ha lasciato la porta aperta per lei.
Ha provato a dire, ma non c'è voce per un orecchio che non vuole ascoltare.

Respiro a fondo senza trovare aria abbastanza. Non ho molto su cui concentrarmi per distogliere il pensiero da quello che sarà nei prossimi giorni, ma proverò. Non posso dimenticare la consapevolezza di quello che sento e che è. Posso provare a guardarlo crescere, forse, e resistergli. Con l'intelligenza che so; con l'amore che so; con tutto quello che se e con tutto quello che non so.

La domanda di oggi è: accade perché non sono abbastanza, o perché sono troppo?

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