Equilibrio precario

Mi aggrappo alle parole di questo non luogo per non perdere l'equilibrio. Alle parole scritte da chi sa scrivere che leggo come indispensabili barriere al mio cadere.
Sempre le parole. Forse avrei necessità di gesti, invece? Non ne ho.
Non ho gesti da dare: una mano che cerca, un corpo che si avvicina. Ho paura di sbagliare.
Non ne ricevo: una mano che cerca, un corpo che si avvicina. Mi sento sola. E lontana.
Sul filo. Le braccia spalancate, ancora una volta, per non cadere. Sotto, un vuoto che non sembra avere fine.


Commenti

Post popolari in questo blog

Pausa

Estate