Punto

Ti ho pensato ieri?
Forse un po' più tardi dell'anno scorso.  Eppure i giorni scorsi eri così presente, che per forza avrai dovuto sentirlo, il mio pensiero che ti pizzicava...
Ho pensato, ieri, che forse sei talmente certo del mio bene, che hai pensato di poterti concedere questo silenzio doloroso. Vedi? Non riesco nemmeno ad essere così arrabbiata come vorrei, con te.

I giorni scorsi li ho trascorsi con una leggerezza che ho capito solo ieri quanto sia stata preziosa.
Non so se siano stati altrettanto belli per A., ma poter aver tempo senza fretta solo per noi due, mi ha fatto ritrovare la gioia lieve di una maternità sempre troppo di corsa. Invece noi due abbiamo bisogno di spazio, di non tempo, di colazioni che diventano pranzi chiacchierando.
Restano le fragilità, i dubbi, gli errori inevitabili. 
Restano le mani intrecciate prima di addormentarsi.
Restano la giornata di quasi vacanza e i pasti un po' troppo golosi.
Restiamo noi.

Tutto questo perché di altro non so dire.
Non so dire come mai da un po' mi senta ancora come davanti a quel quadro.
Non so dire come certi silenzi mi abbiano riportata lì. O, forse, non voglio farlo.
So che le mie sensazioni senza parole non sbagliano.
So che vivo un periodo, troppo lungo, in cui niente è facile.
So che ho forza abbastanza, ma non sempre.
So che non voglio cedere a questa non luce che taglia la mia pelle ancora ferita.
Continuo ad affidarmi al tempo del sì.
Continuo. 
Come da sola.

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