Il "Mio" libro

Leggo. Di tutto. Di corsa o lentamente.
A volte sfoglio con lo sguardo, colgo parole che mi riprometto di leggere in un momento migliore. A volte dimentico di farlo, dopo.
Leggo. E più leggo meno scriverei.
Perché mi sembra ogni volta un regalo bellissimo, quando trovo parole di altri scritte per me.
Passano i giorni, le settimane. Arriva una pausa caffè che mi concedo lunga, per iniziare a pensare a qualche giorno tutti insieme in una bellissima città. E arriva il pensiero di questo angolo nascosto, un po' polveroso, zeppo di parole mie, dei miei pensieri confusi, delle miei giornate senza fine e delle settimane che scorrono troppo in fretta.
Devo scegliere un libro di autoaiuto. Un libro, tra i miei, che sia stato riferimento e guida in un momento particolare della mia vita. Dovrò portarlo con me e raccontarlo a un gruppo di persone che non conosco, di cui immagino vita e pensieri solo da un nome e da un viso. O da come siedono e si guardano intorno.
Il libro che porterò può essere solo uno.
Anche se non è il libro più amato. Anche se non è il libro più riletto.
Sapendo di  non poter scegliere, ho visto di quanti libri sono composta, quanti libri hanno ingarbugliato i miei pensieri e dato loro una ragione bella per essere così. E ho anche intravisto la trama sottile e inconsapevole che ha legato, almeno da ragazza, le mie letture.
Perchè al "Mio" libro sono arrivata scegliendolo in uno scaffale di libreria solo per il titolo bellissimo che mi era impossibile ignorare, ma poi ho scoperto le affinità, non nelle intenzioni dell'autrice, ma nei misteriosi giochi della scrittura, con Joyce, per esempio, che negli anni del liceo ha stravolto e cambiato completamente, e forse per sempre, il mio modo di vedere le virgole e i punti e le subordinate e l'intera grammatica delle frasi. L'Ulisse e' il primo libro adulto da cui ricordo di essere stata travolta e sedotta.
E poi l'Orlando, di Virginia Woolfe. E tutte le sue pagine così dense e moderne.
Può essere solo questo, il "Mio" libro, perché la sua autrice sono io.
Perchè leggendolo, rileggendolo, leggendo e rileggendo altri libri di C.Lispector, mi è stata restituita una parte di me, dei miei pensieri e del mio cuore.
Perché tra altre pagine vicine a un cuore selvaggio che non avevo compreso di avere, ho incontrato Macabea. E sono diventata Macabea.
Perché tra quelle pagine mi sono vista e mi sono stupita della mia possibilità di essere meravigliosa.
Porterò questo libro, ma non so se avrò sufficiente sfrontata consapevolezza  per essere me stessa come lo sono tra le pagine di quel libro.
Forse racconterò una storia diversa e con pudore terrò per me la vanità di essere parola di un libro che sono io. Che una donna che mi sembra di aver conosciuto ha scritto per me e per me sola. Perché se altri hanno letto lo stesso titolo, non possono aver letto lo stesso libro; che è "Il Mio" libro.



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