Io e Macabea.

Questo altrove inizia a essere corposo, così ho speso del tempo per riordinarlo un po' e, non so come, ho "portato su" un paio di vecchi post. Va bene così, li lascio lì.
Ho riletto parole che avevo dimenticato e mi sono stupita di ritrovare l'attimo in cui sono state pensate e scritte; di risentirne l'umore, il profumo, il dolore o il sorriso.
Non so davvero che senso abbia tutto questo scrivere in questo altrove desolato e confuso.
So che qui c'è molto di me, di Macabea, dei miei disordinati pensieri, del mio non detto.
So che rileggermi, stranamente, mi è anche piaciuto.
Come darsi una pacca sulle spalle, da soli. Un po'...come dire...vanitosamente autoreferenziali (che brutte parole, ma non me ne vengono altre...).
Allora penso a qualcuno che sfioro di tanto in tanto e che non teme la propria autostima, il proprio talento mostrato con arguta esposizione; il proprio bisbigliato risentimento se altri non lo notano. E penso a questo angolino nascosto; solo mio, più o meno; a tutti i sogni che ci sono dentro, a tutte le parole accarezzate, cercate, usate male e con cura; alle poesie rubate che hanno dissetato queste pagine; alle poche immagini scelte.
Io.
E Macabea.

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