Giovedì

La pioggia che sembra non smettere mai ha accompagnato una giornata faticosa che non so lasciar andare.
Ho il timore che nel buio prima del sonno arrivino i pensieri pesanti che oggi si sono trasformati in inutili parole di sfogo.
Mi sento sconfitta. Come quando non si hanno altre armi che la rabbia.
Ascolto la pioggia cercando di non sentirmi in colpa se il suo rumore sul tetto mi piace. E penso a chi questo stesso rumore lo sta ascoltando con ansia e timore.
Eppure uscirei, senza ombrello, per lasciarmi portare via tutto il peso di questa giornata da dimenticare.
Uscirei con scarpe pesanti per poter calpestare pozzanghere come fossero i miei pensieri da cancellare.
Uscirei sola, con il viso a guardare la strada e a non incrociare nessuno.
Non è tempo per fingere serenità, stasera. Ci proverò domani.
Uscirei. Ma resto qui.
Troverò la carezza del sonno che più amo guardare.
E chiuderò gli occhi per immaginare.
Alberi verdi di primavera bagnata intorno a una porta rossa.
Imposte aperte per sentire la pioggia sul vetro, sentirne il dolore e la compagnia.
Ascoltare il respiro che si fa lento e il battito del cuore a seguirne il ritmo.
Posare una mano sul ventre a dire spero che il tuo nido sia sicuro. A dire ti voglio bene.

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