Quel che ora sappiamo

Quel che ora sappiamo è quello che non volevano sapere fino a un attimo fa, quello che guardavamo senza vedere, che sfioravamo senza toccare.
Se non si riesce a chiudere il libro di Catherine Dunne dopo il primo capitolo, e si è genitori, le pagine, le parole, le emozioni, gli incontri, gli inciampi e le speranze delle pagine seguenti si leggono nel tempo di un respiro trattenuto.
La storia inizia con la tragedia e termina con una speranza. E lascia il desiderio di fare, parlare. Di vedere e toccare. E sapere.

Ho due figli, a metà strada tra l'infanzia e i ragazzini, come fossero nella terra di nessuno che precede il sonno e non è ancora sogno.
Due figli che in questi giorni hanno vissuto passaggio importanti, che non dimenticheremo, che hanno aperto i loro occhi e i nostri cuori. Che mi hanno commosso, che ho abbracciato, che ho ringraziato per il dono di averli avuti, proprio loro, così speciali.
Due figli che, ciascuno per strade diverse, sono in qualche modo "diventati grandi". E lo hanno fatto tenendosi per mano senza nemmeno accorgersene. Cercando le mie braccia e le mie parole.
E stasera, mentre provavo a consolare un sogno infranto, o dopo, mentre condividevo parole come con un'amica, ho sentito dentro al mio cuore il cuore di ogni madre, in ogni angolo della terra che faceva il mio stesso gesto e condivideva le mie stesse confidenze.
Forse stasera, per me, è arrivato Natale.

Commenti

Post popolari in questo blog

Pausa

Estate