"Non c'è niente che fa male così"

Chiudere un libro e avere voglia, necessità, di parlarne sapendo bene di non aver le parole.
Perchè il libro è ancora sulla pelle, subito sotto, la pelle.
Perchè le sue voci sono ancora quelle che ci rumoreggiano nei pensieri.
Caterina. Che non si ama, che nasconde la sua bellezza.
E Marco. Che non sa di poter amare.
C'è il dolore: che curva le spalle e alza muri invalicabili. Il dolore più innaturale.
C'è l'amore lucido e rassegnato di una moglie non amata.
L'intensità di un odio che è inevitabilmente amore.
E la fessura fra gli scogli.
Perchè un passaggio possa restare sempre aperto. Come una possibilità.
E' un libro che realizza il desiderio dell'autrice: che il suo riempire pagine, e giorni, di parole, diventasse un regalo per molti.
Per me lo è stato.
"Non c'è niente che fa male così" Amabile Giusti, La Tartaruga edizioni

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