Mi siedo

Anche la possibilià di sedersi un attimo sembra un miraggio.
Sono giorni che non si fermano mai, che corrono lentissimi e caldi. Troppo caldi, soprattutto.
Prendo sottobraccio la fragilità di chi mi ha fatto crescere e diventare ciò che sono, nel bene e nella fatica.
Prendo sottobraccio l'insicurezza, l'ansia, la consapevolezza che il tempo non torna indietro.
Penso poco. Devo cesellare spostamenti, impegni, trasferimenti, visite, appuntamenti.
Penso poco. E ho capito che non va bene.
Ho sempre pensato fossero i troppi pensieri confusi, la mia fatica. Inizio a pensare che sono invece la mia isola dove rifugiarmi dal qui per trovare l'indispensabile altrove.
Corro. Io che detesto correre.
Oggi cercherò l'acqua per galleggiare senza peso; la cercehrò con una donna che cresce.
Prendo per mano la sua fragilità che cerca fierezza; la sua insicurezza mentre impara a conoscersi e riconoscersi.
Prendo per mano i suoi silenzi e i suoi slanci.
E imparo a conoscerla consapevole che resterà un bellissimo mistero.
Il tempo per sedersi è finito.
Corro.

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