Ancora Maria, a un oceano di distanza.
Ma questa Maria la vita la prende a morsi e dalla vita viene morsa.
Con testardaggine lieve.
Vive in una città di sole e mare, una città che ama e che racconta con l'affetto scanzonato che solo chi ama può conoscere e permettersi.
Maria aspetta che sua figlia, che è solo sua, nasca oppure muoia. Ancora non lo sa, e in questo spazio bianco, in questa riga tracciata e lasciata vuota, lei riscrive la sua vita per poterla ricominciare.
Maria che accoglie gli accadimenti dell'attesa con arrogante fragilità, con una vitalità che le è data dalla sua città, dal padre operaio alla Cirio, dagli allievi si una scuola media serale.
Maria che legge per non lasciare che i pensieri la sorprendano.
Ho letto "Lo spazio bianco", di Valeria Parrella, con un solo respiro.
Per la maternità non scontata, per le tre dita della mano destra di Gaetano, per Napoli.
Per i miei tanti pensieri che le pagine scritte non sempre riescono a distrarre.



Commenti

Post popolari in questo blog

Pausa

Estate