Giorni

E' stato come arrivare di corsa, col fiatone, al binario e vedere il treno partito da pochi secondi e restare lì, incapaci di pensare, cercando un' espressione che non ci faccia sentire troppo persi.
Giorni difficili. E necessità di non cedere.
Accogliere ostilità comprendendo il timore, inghiottire l'ansia per una febbre troppo alta, cercare di regalare una speranza ad un'attesa che sembra dileguarsi.
E non sciogliersi quando il proprio sogno entra dalla porta e poco dopo se na va.
E ridere per la gioia rumorosa di bambini fantastici.
E leggere poche righe scoprendosi fragili e ferite al punto da non voler credere alla dolcezza regalata.
Trovare pensieri lucidi guidando con le lacrime agli occhi e ricacciarle in gola prima di tornare.
Desiderare un abbraccio e non riuscire a chiederlo:neppure alla propria mamma (e promettersi di non smetttere mai di abbracciare i propri figli).
Desiderare una fuga, la casa in ordine, il riconoscimento espresso del proprio eroismo imperfetto.
Sentire sempre i confini esatti del proprio cuore e perdere quelli del proprio corpo.
Abbandonarsi alle parole di un libro e cercare pace. E respiro profondo.

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