L'attesa


Questa è l'ora del sonno. Dovrei spegnere il pc, la luce, i pensieri.
Temo i miei sogni e il mio sonno che non è mai abbastanza.
Temo il risveglio pesante e una mattina che vorrei saltare a pié pari.
Ho letto parole che mi hanno ferito molto e fatto sentire molto colpevole. Parole che avevano una ragione di essere scritte, ma che avrebbero dovuto essere pronunciate. Non so se avrei avuto la forza di ascoltarle. Hanno lasciato una ferita che difficilmente si curerà.
Le lacerazioni lente e centellinate non guariscono. Certamente non con i silenzi.
Io non smetterò di desiderare un altro bambino solo perchè posso capire le ragioni che lo rendono impossibile. E non smetterò di sentire questo dolore sterile come un muro da abbattere fra noi.
Non smetterò di piangere leggendo un buffo blog di attesa o di faticare, non immagini quanto, ogni mattina che mi costringe ad incontrare la pancia di un'amica. Anche adesso scendono lacrime, ed è perchè per questo non so piangere con te. So ferirti e farti sentire non compreso. Invece io credo di capirti, ma non riesco (e lo vorrei davvero), non riesco a condividere.
Mi hai detto che è solo una prova che ti chiedo per sottolineare una volta di più la tua incapacità di amarmi come vorrei essere amata. "Il bigliettino al cubo", hai detto.
E' vero, vorrei un bigliettino e un fiore, ogni tanto. E non credo che questi siano desideri così, così...non so neppure io che parole usare, ma posso sentirmi in colpa per desideri tanto piccoli?
E' vero, metterei in gioco le nostre vite, tutte e quattro. Ma credo che sarebbe un gioco che ci piacerebbe provare insieme. Non ho mai provato a dirti cosa sento quando penso che non lo potremo fare questo gioco. Io non lo so raccontare con serenità e tu eviti che io possa provarci. Guarda anche adesso: non saprò mai se leggerai o meno queste righe. E forse temo di saperlo, perchè altrimenti avrei usato la mail. Alle mie mail tu non rispondi e so che se non fai è per una scelta precisa, forse anche di delicatezza per me, e così ti parlo da qui, senza sapere se mi leggerai, cosa penserai, quanto mi detesterai.
Questo rimpianto mi rende molto più che amara, lo so, e non vorrei. Vorrei anche che tu non avessi paura di toccarmi e vorrei anche non aver trovato quello stupido sacchettino nella tua valigia. Vorrei che tu non pensassi così spesso di sapere quello che sento, che penso, i perchè che neppure io so.
Io ti sceglo ogni giorno e anche più volte al giorno. E lo faccio perché ti voglio.
E' tardi e domani arriverà troppo presto.
E tu? Quando arriverai?

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