sala d'attesa

Mi domando cosa ci faccio io in quella piccola sala d'attesa, con il mio
libro che resta chiuso sulle ginocchia perché sono occupata ad impedire
a Chicco di mangiarsi tutti i biscotti e perché anche gli altri bimbi
non sono proprio tranquilli.Cosa ci faccio qui, dove nessuno viene solo,
dove le chiacchiere coprono la musica delle classi.
Mi trovo ad origliare frammenti di discorsi che ovviamente non comprendo
e ad immaginare vite che non conosco e che mi sfiorano senza vedermi.
Come sempre mi sento timida e nel posto sbagliato.
Non sono necessariamente donne belle; non hanno una conversazione
particolarmente brillante. La loro agiatezza viene mostrata con mal
celata noncuranza. Si muovono disinvolte, a proprio agio con il loro
corpo, i loro abiti e le loro mani. E' il loro essere "uno" che invidio.
Io mi sento sparpagliata, sfaccettata e, a volte, raccattata alla
benemeglio...Arrossiranno mai? Penseranno mai di non aver niente di
interessante da dire? So di giudicare un'apparenza che quasi mai
coincide con la realtà. Guardo quello che vedo e vedo noncurante
naturalezza. E mi sembra che sarebbe tutto un po' meno faticoso.

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