L'anno che è

Un tempo nuovo, tutto da scrivere, come il quaderno che mi ha regalato Alice per annotare le mie parole preferite e un momento bello per ogni giorno.
Un anno da camminare un giorno alla volta, un passo alla volta.
Un respiro che ha trovato riposo e parole, tante, che hanno riempito il tempo.
Parole lette e ricopiate; parole pronunciate, chiacchierate, condivise e ascoltate.
Riuscire a tenere tra le braccia un piccolino e coccolarlo.
E poi sognare per una notte intera di allattare un figlio di altri e stupirsi del proprio corpo.
Riuscire a vivere giorni sereni accogliendoli con indulgenza. Senza attesa, senza affanni.
Respirare i profumi buoni della cucina.
Restare seduti a tavola per ore perché la compagnia è bella quanto il cibo è buono.
Mischiare accenti, sapori e pensieri.
Sentire il cuore scoppiare di rabbia e tenerezza per un piccolo torto sofferto da una ragazzina in bilico tra la saggezza e la stupidera.
E ancora riconoscere l'odore inconfondibile del paese che amo e ritrovarvi i ricordi che mi fanno.
E poi qui.
Passeggiare sotto la pioggia che non vuole saperne di smettere, per cercare i regali per l'ultima di queste feste e sentirmi leggera sotto l'ombrello troppo piccolo, con un berretto buffo a riparare i capelli sempre più confusi.
E lasciare che i pensieri vadano dove vogliono e dove devono.
Chiudere gli occhi. Aprire i sogni.

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