Nessuno bussa alla mia porta, che pure e' leggera come carta. E il mio telefono suona di rado.
Scambio parole che restano sospese tra gli aliti e cadono al primo respiro.
Se la pesantezza dei pensieri mi sommerge è anche perchè vorrei una mano da stringere per uscire da me e invece mi viene offerta una lente di ingrandimento per meglio vedere la scalinata infinita ai cui piedi mi trovo.
Sono il nulla. Peggio: sono il peso assoluto. E sono incapace di sopportarlo.
E se qualche trillo scuote il mio telefonino è per ricordarmi del mio sì desiderato e mai più pronunciato.

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