Apnea

Da bambina, quando addormentarmi faceva temere il risveglio, mi veniva
in soccorso un sogno.
Nuotavo in un caldo, tranquillo, conosciuto mare, illuminato debolmente
da una presenza che non ho mai chiamato con un nome. Nuotavo come fossi
stata un vero pesce: non avevo bisogno di risalire in superficie per
prendere aria. La serenità del sogno mi accompagnava al risveglio e la
giornata temuta mi sembrava meno gravosa.
Adesso che il risveglio sembra desiderarmi così poco, non riesco più a
trovare il mio sogno. Allora entro in una stanza con le pareti colorate
da ampie onde azzurre e mi siedo a guardare il sonno di Alice e
Francesco. Alla debole luce che illumina i loro sogni, guardo il sonno
fiducioso e libero di due bimbi che vivono nel mio stesso mondo come
fosse un mondo meraviglioso. Ascolto il respiro, accarezzo i capelli
sudati, raccolgo pupazzi caduti. Guardo il loro sonno finché diventa un
poco il mio; e allora so che posso attraversare la mia notte.

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