i pensieri elementari

Accendo il computer e scrivo. Le mie dita accarezzano i tasti polverosi e casualmente compongono parole. Scrivo con le dita, perché la mia mente è stranamente vuota. O, forse, è così impegnata in "non pensieri" che mi sembra vuota. Quando mi hai chiesto se mi sarebbe piaciuto provare a scirvere qui, ho pensato che mi sarebbe servito per perdere un po' del mio assoluto pudore nel raccontarmi. Ma forse il pudore è dovuto al non avere realmente delle idee mie.
E allora provo a rubarle...Musica, colori, parole. La mia curiosità è sempre stata stimolata da persone che hanno saputo toccare qualcosa di me che non conoscevo ancora. E adesso scarseggia la materia prima! Però...
Ho letto Houellebecq. Vi si trova un'originalità di pensiero ormai rara. Non è il voler essere originali ad ogni costo, forzando la mano e scrivendo quello che si sa verrà considerato " geniale". Houellebecq scrive soprattutto per sè; per convincere se stesso con se stesso. Le mie letture solite sono molto diverse. Cerco parole che trovino armonia con il mio respiro (che può essere sereno, affannato, annoiato, sospeso...) e, quindi, trovo spesso parole femminili. Il libro di Houellebecq non ha seguito il mio ritmo e non me ne ha proposto alcuno. E' rimasto sospeso nella sua pesante novità.
Giovedì ho chiacchierato con Donata. E' la prima volta che la chiamo per nome, perchè mi è sempre sembrato uno strano privilegio il conoscere e pronunciare il nome di una persona incontrata da poco e poco conosciuta. Bambini, lavoro, libri, conoscenze in comune. La difficoltà di capire la chiusura di questi luoghi che sembrano bastare a se stessi, senza curiosità per chi è altro da noi. Chiacchiere per chiacchiere; davanti ad una tazza di the; continuamente interrotte dai bimbi. Sono stata bene.
E in questi giorni un nuovo star bene mi è regalato anche dall'attesa dei due bimbi di Donatella e Francesco. Eppoi oggi ho pensato spesso a sabato scorso e a Venezia. Mi è mancato tanto il suo odore e il rumore dell'acqua; e il ritrovare vicoli noti e scoprirne sempre di nuovi seppur "sconti".
Ho provato a riempire una giornata non facile con minuscoli gesti; pensieri banali e slanci sinceri.
La fatica è sempre quella di volersi bene.

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