Piccoli esercizi di felicità quotidiana. 9

In realtà la tentazione è il silenzio o il cercare sfogo in una lamentazione autodistruttiva.
Forse, però, in qualche angolino nascosto di non so quale posto dentro di me, una labile traccia di ottimismo a oltranza è rimasta (e non so dire se sia una condanna o la mia salvezza). Così ci provo.
Nulla da dire se non che vorrei riprendere questi piccoli esercizi di felicità quotidiana, anche se non trovo ragione al mio camminare, al mio faticare.
L'altro giorno ho camminato velocemente con la musica nelle orecchie e il pensare si è ripulito. Almeno per un po'.
Ho dato una disciplina insolitamente ferrea alla scansione temporale delle mie giornate.
Leggo disperatamente libri che mi consentano di divorare parole che salvano e, proprio per questo, sabato parteciperò a un corso che tra i libri mi farà perdere e ritrovare.
Mi punisco, un po', lievemente, offrendo il mio piccolo sacrificio per altri che faticano più di me e che amo più di quanto non ami me stessa.
Prego. Con la disperazione di chi non si sente ascoltata ma confida in un Amore che sa.
Mi regalo fiori e "fingo" sia qualcun altro a regalarmeli. Un po' di altrove, e di sogno, devo conservarlo: ne va davvero della mia salute mentale.
Non comprendo il senso di tutto questo. Non vedo la luce, in fondo al mio cammino. Spero solo di imparare ad affrontare tutto, che mi sembra troppo, con le spalle dritte e lo sguardo chiaro.
Mi sembra troppo. Ma non mi è dato di scegliere.

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