Amore, paura e io

E se per amarmi con tutta la pazienza necessaria, con tutta la dolcezza necessaria, dovesse aver bisogno di amare un'altra? Un'altra che non chieda presenza, rassicurazione, impegno. Un'altra che usi le parole come le usa lui, come le sente lui. Una che ascolti la musica con il midollo e il cervello e trovi corrispondenze che possono condividere e che a me non sono concesse. Una donna complicata in modo differente dal mio. Una donna che disegni per lui l'altrove che io non so essere.
Se per amarmi avesse bisogno di questa presenza, lo vorrei sapere? No. Ho già sperimentato la conoscenza a tutti i costi e conosco bene il dolore e le ferite che lascia e non se ne vanno.
Allora provo a non cercare a non sentire a non vedere. Mi concentro sul silenzio che non riesce a riempirmi come vorrei.
Credo di non essere la compagna che dovrei, ammesso ci sia un modo giusto per essere la compagna giusta.
Mai come in questo periodo l'amore è provare a cercare accoglienza senza domande.

Poi c'è A.
Che riempie il mio cuore, i miei pensieri, i miei gesti di un'impotenza feroce che provo ad accogliere senza combattere.
A., che sembra non muoversi, non dire, non fare, non essere. Che sembra voler cancellare se stessa nel modo che le sembra più facile e invece è doloroso come nient'altro.
Credo di non essere la madre che dovrei, ammesso ci sia un modo giusto per essere madri.
Mai come in questo periodo l'amore è fatica.

E poi lui, che trascuriamo perché la sua strada sembra saperla cercare anche da solo. Lui che diamo per scontato nei risultati, nelle capacità di stare in piedi. Lui che nota ogni sfumatura nei miei occhi e me la mette davanti senza pietà ma con dolcezza.
Credo di non essere la madre che dovrei, ammesso ci sia un modo giusto per essere madri.
Mai come in questo periodo l'amore è fare un passo indietro e trattenere un abbraccio.

L'amore dei nostri giorni è un amore un po' asmatico, come il mio respiro incerto. Annaspiamo e io ho paura. Mai avuta tanta... Vorrei solo che un abbraccio ci chiudesse tutti in un cerchio sicuro. Invece siamo fragili e in equilibrio provvisorio.
L'anno si chiude così. Con un magone che non lascia dormire e che di giorno si tiene a bada con gesti piccoli e continui a riempire le ore e i pensieri.
Ho paura anche a sperare in un anno migliore.
Mi affido alla Provvidenza, perché la mia mano, da sola, non sa.

Commenti

Post popolari in questo blog

Pausa

Sera