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Visualizzazione dei post da novembre, 2016

Il giorno del Ringraziamento

Da alcuni anni ho un quadernetto dove annoto, ogni giorno, un accadimento, una presenza, una parola, un gesto, per cui ringraziare la giornata appena trascorsa. Alcuni giorni non è facile trovarne una. In quei giorni annoto i nomi di chi amo. E non è poco! Oggi è l'occasione per dire un grazie più meditato. Grazie a te Perché mi hai dimostrato che nonostante tutti i nostri tentativi di distruggerlo, il nostro amore basta a se stesso e continua a regalarci il miracolo che siamo. Grazie ad A e F Perché hanno regalato alla nostra famiglia la gioia del loro stupore, la scoperta del loro essere altro da noi pur essendo parte dei nostri cuori. Perché in loro ci riconosciamo. Perché chiedono di imparare forme d'amore che non avremmo mai conosciuto senza di loro. Ai miei genitori Perché mi amano. Perché non sempre sento questo amore come una libertà, ma sempre ho saputo di potervi contare. Alla mia nonna Perché sei nel profumo delle torte che preparo per la mia famiglia. E pe

Sul mio comodino

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Leggere in parallelo Pamuk e Hardy. Lo sguardo lieve amorevole sul mondo e le tenebre anche dove dovrebbe esservi gioia. Forse la felicità è adesso. Basterebbe saperla scorgere. Forse. Di certo alcuni libri non finiscono quando si chiudono.

Buio a mezzogiorno

Capitano giorni di buio a mezzogiorno. Capitano giorni che si vorrebbero attraversare dormendo un sonno senza sogni e senza fine. Capitano giorni in cui tutto va come non dovrebbe andare; giorni che infrangono le speranze, per quanto faticose; che cancellano i progetti, per quanto complicati. Capitano giorni che ti mettono spalle al muro, senza nemmeno la forza di cercare lacrime a sfogare l'amarezza, la delusione, il senso indescrivibile di impotenza. E di rabbia. Capitano. E non passano. Almeno così sembra: non vogliono passare. Capitano giorni che sembrano senza speranza alcuna e che poi uno spiraglio per un respiro di minuscola, grandissima gioia lo lasciano passare. Allora chiedo un bacio a mio marito e, forse, la mia voce non è quella di sempre, perché A, con la sua capacità di vedere oltre il reale e il qui, mi chiede se sono triste. Le mento per tranquillizzarla e lei sta al gioco. E poi mi abbraccia. Lei, così parca nel mostrare il suo enorme fragilissimo cuore. Al

Fermarsi. Respirare

Non è tempo. Di fermarsi. Di respirare. Di sedere e semplicemente stare. E' invece il tempo di una fatica che esige determinata resistenza. E' il tempo di ferite inferte con mira precisa e puntuale e voluta. E cattiva. Tutti i giorni. Ogni giorno. Ecco perché il mio corpo mi ha parlato in modo tanto chiaro. La mente sa. La ragione sa. Il pensiero sa. Ma questo non sempre basta a proteggere il mio cuore, il mio respiro, la mia pelle, da chi prende la mira e colpisce. Sono qui, a cercare di focalizzare energie e pensieri su quello che di positivo uscirà da tutta questa follia paranoica che sta cercando di contagiarmi e colpirmi. Sono qui. Mi lascio colpire e poi mi rialzo. E alzandomi trovo le braccia di chi mi ama a stringermi. Braccia forti e braccia fragili. Le nostre. Tutte. Allora non c'è cattiveria che potrà davvero restarmi addosso. Perché chi colpisce non sa, non può e non potrà mai sapere, del miracolo che possiedo quando esco di qui ed entro nella mia vi