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Visualizzazione dei post da febbraio, 2016

29 febbraio

Questo è un giorno come un segnalibro tra due pagine scelte. Come un sorriso che non si aspetta, o quell'abbraccio che ti ricompone. Un regalo. Eppure non ha luce, il cielo. E la pioggia suona rumorosa contro i vetri e il vento fa cigolare le porte fragili che proteggono il mio sonno. Questo è un giorno inusuale. Come un vestito dimenticato, di un improbabile colore: preso e subito dimenticato. Questo è un giorno che non ha inizio né fine. Un po' come il mio sogno lento. Questo è un giorno che arriva un po' a sorpresa. Come un amico che non si vede da tempo. Questo è un giorno che tornerà. Come vorrei tornassi tu, almeno per un giorno, almeno ogni qualche anno, almeno per una parola che potrebbe essere anche un addio.

Sera

"Sono nata per vagare senza riposo". Mi pare inizi così una poesia che mi piace per nulla. Il mio vagare stando immobile è probabilmente conseguenza di un cuore sparpagliato che affatica il mio respiro. Leggevo, poco fa, di sogni da abbandonare per non morirne. Leggevo, sbirciando di nascosto, parole belle di chi le parole le ama e le vive. E le rispetta. Io? Io ho chiesto un giorno di sole. E non si può avere. C'è da fare. Forse ho piuttosto chiesto una minuscola follia che aveva necessità di un sì pronunciato prima di essere pensato. La mia incapacità usuale di insistere per ciò che non c'è. Di inseguire un desiderio tanto piccolo da essere impossibile o talmente grande da non riuscire nemmeno a sfiorarlo col pensiero. Ecco. Stasera parole prive di senso. Serve acqua. Tanta. A circondarmi. A portarmi via da me. E serviresti tu. Spengo i pensieri dentro di me. Accendo un libro. Chiudo gli occhi. Apro un sogno. Domani cercherò una storia che non abbia i mi

La tristezza

La quotidianità sembra vincere sulla novità del ritorno. Eppure mi sento ancora sulla soglia, in bilico tra l'entrare e l'uscire. Le mie scarpe sono pronte per un altro viaggio e un'altra assenza. Per il silenzio e la scoperta di un altrove che qui rischia di essere offuscato dal passare scandito e sempre uguale dei giorni uno dopo l'altro. Ma resterò. Con i miei pensieri che trovano ordine solo quando sono sotto la doccia che mi scalda prima di dormire. Con il mio sguardo che non riesce a cancellare i confini dei miei pensieri e a volare davvero in altro cielo. Con il mio cuore sparpagliato e talvolta perso. Resterò con ferite che non possono guarire e che tornando qui riesco a sentire sotto le dita come fossero di ieri. Con il silenzio di queste stanze che aspettano la luce dei giorni che si fanno lunghi; che aspettano un ritorno che non ci sarà; che respirano con timore i desideri che nemmeno si ha il coraggio di pensare. Resterò cullando il mio sogno lento, c

Via di qua

La stanchezza di avere sguardi che non coincidono con i pensieri. Ho sfogliato il desiderio di una stanza tutta per me ben sapendo di non averne il coraggio. Domani tornerò alla disciplina dei buoni propositi che reggono il mio instabile equilibrio e impediscono ai pensieri di invadere il cuore. Domani. Stasera perfino il mio sogno lentissimo sembra doloroso.

Tradire. Confidare.

Tradire significa consegnare. Potrebbe essere una parola bellissima. Ma tu hai consegnato me all'oblio e te a non so chi altro e con un'apparente leggerezza che non mi appartiene quindi non riesco a comprendere. Non è stato un tradimento d'amore. O forse sì. Perché confidenza significa fiducia e tra noi c'era confidenza. Tradire lascia un segno che non è possibile annullare. Anche la confidenza scambiata lascia un segno impossibile da dimenticare. Sono arrabbiata. Perché ho riposto la mia confidenza tra le tue mani e tu l'hai tenuta cara per molto tempo, finché non ho creduto che l'avresti tenuta con te sempre. Invece in un attimo hai lasciato che si frantumasse nel silenzio e nel vuoto più dolorosi. Non ti sei fidato della mia capacità di accogliere e comprendere. E amare. E sono furiosa, con te, per questo. Non per un gesto che non conosco e posso solo immaginare. Non per pensieri solo tuoi che non ho potuto ascoltare ma solo immaginare. Non per sc

Fili

Per un attimo ho sperato di risentire tra le dita il filo che potrebbe riportar t i a me. Per un attimo. Poi il cuore è tornato al ritmo consueto. Non è vero. Al mio cuore, da quando sei sparito, senza un perché, manca sempre un battito. Come manchi tu.
Si è soli quando nessuno sembra vederci; quando non sentiamo la carezza di uno sguardo. Si è soli quando nessuno sembra ascoltarci; quando le nostre parole restano dentro per non perdersi in un silenzio di banale distrazione. Si è soli in mezzo a un folla, nel disagio di discorsi lontani da noi, nell'imbarazzo tra persone non sufficientemente sconosciute e non abbastanza amiche. Ho sempre avvertito la mia trasparenza, il mio non lasciar traccia. Ho sempre desiderato avere la capacità di contorni ben incisi. Vanità. Ho affinato l'arte della trasparenza, del muoversi senza spostare l'aria, dell'osservare passando oltre, come se tutto ciò su cui il mio sguardo si pone, fosse al di là della materia che deve attraversare. Eppure sono stata notata, vista, guardata. Sono stata udita e ascoltata. Allora cos'è questa solitudine che da sempre mi è compagna? Mi manca la pioggia a farmi compagnia.