Fermarsi. Respirare

Non è tempo.
Di fermarsi. Di respirare. Di sedere e semplicemente stare.
E' invece il tempo di una fatica che esige determinata resistenza.
E' il tempo di ferite inferte con mira precisa e puntuale e voluta. E cattiva.
Tutti i giorni. Ogni giorno.
Ecco perché il mio corpo mi ha parlato in modo tanto chiaro.
La mente sa. La ragione sa. Il pensiero sa.
Ma questo non sempre basta a proteggere il mio cuore, il mio respiro, la mia pelle, da chi prende la mira e colpisce.
Sono qui, a cercare di focalizzare energie e pensieri su quello che di positivo uscirà da tutta questa follia paranoica che sta cercando di contagiarmi e colpirmi.
Sono qui. Mi lascio colpire e poi mi rialzo. E alzandomi trovo le braccia di chi mi ama a stringermi.
Braccia forti e braccia fragili. Le nostre. Tutte.
Allora non c'è cattiveria che potrà davvero restarmi addosso.
Perché chi colpisce non sa, non può e non potrà mai sapere, del miracolo che possiedo quando esco di qui ed entro nella mia vita.

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