Capitano giorni

Capita di attraversare i giorni come un tunnel buio, senza vedere la luce in fondo, pur sapendo che deve pur esservi, prima o poi.
Capita di aver paura, di temere di non riuscire ad arrivare, di non avere abbastanza fiato per correre, abbastanza forza, abbastanza coraggio.
Capita di non poter che attraversarlo, il tunnel. E il coraggio, la forza, il fiato, di doverli trovare per forza.
Capita.
Capita di non uscire dal tunnel ma di trovare, in un punto non precisato della corsa, una finestra di luce e di aria; una panchina per riposare e prendere fiato; un momento per dirsi che la paura si domina, se non si riesce a vincere.
Capita di incontrare una mano tesa e di afferrarla e sentirsi meno soli e meno impauriti.
Capitano giorni inaspettati che portano un regalo minuscolo e prezioso. Perché il valore del gesto è molto più di ogni altro.
Capitano giorni di bruma su acque lente e di cieli leggeri su colline morbide.
Capita di inciampare in risate dimenticate e in chiacchiere profondamente inutili e perciò bellissime.
Capitano giorni. Capitano notti.
Vivere il tempo per come ci attraversa o attraversarlo per come ci viene incontro.
Capitano pensieri che non si riescono a riordinare. Sono troppi, più confusi del solito, tanto complicati da paralizzare. Ma non c'è spazio né possibilità per il restare fermi. Allora capita di scoprire che si è anche capaci di azzardare la corsa e avvicinarsi alla luce, là in fondo. C'è sicuramente.

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