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Visualizzazione dei post da 2014

Fine

Macabea può permettersi di fermarsi, di smettere di resistere, di scendere e di sparire. E lo farà. Io no, non posso; ma senza Macabea questo posto non ha più senso. Un altro mucchietto di parole lasciate nell'immensa discarica della rete... P.s. Caro Jesùs, tra poco sarà il tu compleanno e ti chiedo un regalo. Fammi sapere che ci sarai ancora, nei miei giorni. Nei miei pensieri ci sei sempre. Ti voglio bene. Paola

Azzorre

Eppure questo potrebbe essere uno dei miei giorni preferiti. Pioggia e temporali che hanno accompagnato i miei sogni, belli, fatti mano nella mano con una ragazzina timorosa. Pioggia e temporali anche la mattina. Mattina grigia e un po' buia, fresca. Ideale da lasciar passare leggendo, sotto una coperta leggera, con la finestra aperta a sentire il profumo e il rumore della pioggia. Invece aspetto che questo giorno possa finire presto. Aspetto di chiudere gli occhi perché i miei sogni, da un po', sono spesso più belli dei miei giorni. Aspetto di chiedere aiuto alla mia innata capacità di rimozione per rivolgere il mio pensare a pensieri leggeri e belli e un po' inutili e leggeri e belli proprio per questo. Nel mentre resisto. Ma ultimamente la resistenza sta prendendo la forma di un progetto di "fuga". Necessità di trovare dove si è nascosto il coraggio per farlo. E farlo bene. Fuga che non deve essere un fuggire ma un cambiare verso quell'altrove che

La principessa che credeva nelle favole

"-Ci vogliono sia il sole sia la pioggia per fare un arcobaleno- spiegò Dolly. -Tenetelo sempre a mente.-" Ecco un buon vademecum. Una di quelle frasette da scrivere su un foglio e portare sempre con sè. Il libro non l'ho ancora finito di leggere e non so dove mi porterà e cosa mi lascerà. Però mi piace come culla il cuore senza indulgere in una tenerezza illusoria. E mi piace che in ogni pagina l'indicazione sottintesa è di avere il coraggio di fidarsi di noi stessi, di volersi bene, di credere che le favole esistono ma non per forza finiscono come ci si era immaginato. E mi chiedo. Lo leggono solo le donne che non hanno paura di sembrare un po' ingenue? Mi piacerebbe sapere se un uomo lo ha letto. Ancora di più se esiste un uomo che lo ha comperato e poi, dopo averlo letto, consigliato a un'amica, una compagna, una figlia. "-Ci vogliono sia il sole sia la pioggia per fare un arcobaleno- spiegò Dolly. -Tenetelo sempre a mente.-" La principe

E poi

E poi all'improvviso si capisce. Di aver finito. Di potersi nuovamente ritirare lì dove nessuno ci vede. Di tornare trasparenti. E di averne paura. Una parola, un sorriso e una battuta. Con la naturalezza di chi ha un codice linguistico che si capisce non potrà mai essere il nostro. E allora tutto si fa chiaro. E buio. Perché fa male. Torna la paura che è sempre stata lì. Ho nascosto per un tempo bello, bellissimo, quello che in realtà non è mai cambiato. Ho provato. Non ne sono capace. C'è qualcosa, in me, che allontana. E poi la paura più grande. Di essere contagiosa.

Respiro

Capita si sentirsi al buio. E di non riuscire ad accendere la luce. Capita di avere giorni pieni che si vorrebbe non finissero. E di sentirne invece il conto alla rovescia. Capita di cercare destinazioni. Altrove. E di non trovarle. Capita di sentirsi fermi. Come se il terreno sotto i piedi trattenesse le caviglie. Succede. E si lascia che passi. Ma non passa. Resta lì. Ci si dimentica per un po' del buio e dell'impossibilità di fare passi liberi. Ho il timore di invecchiare immobile e la consapevolezza che molto probabilmente finirà così. E non riesco a respirare come vorrei.

Pensieri sparsi.

Di ragazzini confusi. Di ragazzini bellissimi nella loro confusione. E di genitori che non si rendono conto: della confusione; della bellezza. Di cicli che si chiudono. Con malinconica tenerezza e un magone al centro del cuore. Di cicli che si apriranno. Con timida tenerezza e un magone al centro del cuore. Di insofferenze antipatiche e inevitabili. Di barcarole colorate e circumnavigazioni. Di poesie per caso. Di libri letti a voce alta e risate condivise anche se non sempre reciprocamente comprese. Di vecchi film. Del bellissimo sorriso di Robert Redoford. Del profumo d'estate. Di attesa e chiacchiere e risate e lacrime dolci. E di 150 tovaglioli piegati intorno a posate trasparenti. Di tutto e di tanto. Di fuori di qui. Di qui dentro. Di cuori e di mani. Di tosse e fatica. Di parole e sogni e desideri e rivoluzioni. Di quotidiano e di avvenire. Di te. E anche di te. E di te. E di te. E di ciascun incontro che non è casuale e si sente, e lo si vorrebbe

Un anno.

"Mi passa il freddo a dire che la vita esiste, mi passa il sonno, mi sento io la vita. Guarda, s'accende una luce. Si odono voci. Qualcuno corre, grida, si dispera. Ma altrove nascono mille, centomila bambini, e mamme di futuri bambini: la vita non ha bisogno né di te né di me. Tu sei morto. Forse muoio anch'io. Ma non conta. Perché la vita non muore." (O.Fallaci) Una parte del mio corpo è ancora vuota. Inconsolabilmente vuota. Una parte del mio cuore è ancora ferma. Inconsolabilmente ferma. Una parte del mio pensare è  ancora assenza. Inconsolabilmente assenza. Un pensiero per ogni giorno che è passato senza passare davvero. Una lacrima per ogni pensiero che ho respirato. Un sorriso faticoso nel guardare pance vive, bimbi tanto minuscoli da stare in una mano. E nessun perché sufficientemente misericordioso da curare la ferita. E chiedo scusa. Per l'egoismo del mio dolore.

Casa

Casa è dove il cuore riposa, dove il cuore fa inevitabili capriole, dove batte all'impazzata e dove può concedersi di rallentare fino a non sentirsi quasi più. Casa è dove riconosci il tuo posto, la tua forma e la tua sostanza. La riconosci dall'odore che ti lascia addosso, dal sorriso che nasce da dentro. Casa è un ricordo condiviso, un futuro da inventare. Casa è una voce che intreccia la tua come s'intrecciano le mani. Casa è oggi. Con il cielo pieno di vento e gli occhi pieni di cielo

Al mio doppio - Stephen Dunn

Sei sempre stata quella cauta che entra nella passione in punta di piedi e la taglia a metà con la ragione. Te l'ho permesso, e sono andato per vie più felici e selvagge. Ora ogni mio pensiero sembra una fune annodata a un'altra fune, che va indietro nel tempo. Siamo intrecciati. Ho imparato a esitare persino dinanzi alla porta più spalancata. Non so cosa tu abbia imparato. Ma andare avanti, lo sento, é andare insieme adesso. C'è un posto dove vorrei arrivare prima di notte.  

Macabea, la ragazzina e Frida Kahlo

Per alcuni minuti, forse un paio d'ore, alcuni giorni fa, Macabea ha camminato a casa sua. In realtà erano corridoi di un museo, ma era circondata dai segni e dai colori di chi ha conosciuto e amato e sentito come parte della sua pelle. E lo ha fatto con una ragazzina scontrosa che cammina con braccia tanto strette al petto che rischia di cadere. Hanno guardato volti, colori, capelli intrecciati in nodi d'amore, collane di spine. Hanno riscoperto insieme la passione per la vita e per un uomo di una donna bellissima e forte. Una donna fatta di impeto e passione. Piena di sole e di ombre. E nel sole poi sono uscite, sotto un cielo di azzurro e nuvole e hanno mangiato un panino con le puntarelle, in mezzo a milioni di turisti e si sono sentite un po' straniere. Hanno riso e chiacchierato e si sono ascoltate, Macabea e la ragazzina con le braccia tanto strette. Macabea non ha pensato se i quadri di Frida Kahlo potessero piacere alla ragazzina. Era talmente entusiasta di c

Tu

Ti sei alzato e, frugando nella tasca per cercare le monetine necessarie, ti sei allontanato per tornare, poco dopo, con due rose: una per me e una per tua sorella. Hai avuto "un bellissimo compleanno" perché lo hai potuto festeggiare con tutti i tuoi nonni e con doppia razione di brodo. Mi accarezzi il cuore dicendo, dopo una giornata da turisti piacioni "dopo tutti i regali che ci hai fatto, mamma, adesso dovremmo fartelo noi un regalino". Ma il mio regalo sei tu. Che mi prendi ancora per mano e non neghi mai un bacio. Che ci fai sorridere e ridere tutti, perché sei buffo e felice di esserlo. Perché hai delle bellissime lentiggini sul naso. Perché non ti fai convincere a tagliare i capelli. Perché hai imparato a tuffarti fingendo di prendere il volo. Perché sei curioso e buono. Perché vederti crescere è una gioia e una meravigliosa esperienza. Resta come sei.

Nel frattempo...

...provo a non ricordare. Perchè il dolore è ancora tutto lì. E adesso sembra anche di cattivo gusto raccontarlo o provare a condividerlo. ...provo invece a fermare i momenti belli che questo aprile ha portato con sè. ...provo a riempire un silenzio cui non sono abituata. ...provo a lasciarmi trasportare dalla consapevolezza che mi ha presa pochi minuti fa, quando ho realizzato che mi attendono dieci giorni lontano dall'ufficio. ...provo a non avere aspettative, ma speranze.

La felicità in un attimo

"C'è un'ape che se posa su un bottone di rosa: lo succhia e se ne va… Tutto sommato, la felicità è una piccola cosa" (Trilussa) Ecco. Respiro. E trattengo a stento la gioia nel sentire il calore di quella voce che mi fa sentire accudita. Respiro con tutto il corpo. E nel rossore che mi prende e che stenta ad andarsene, nello stomaco in subbuglio che non ne voleva sapere di mangiare, ci sono i sogni brutti che si sciolgono, la paura che dissolve piano, il sollievo nei cuori che abbracciano il mio. Ecco. Respiro.  E ringrazio.

Paura

La verità è che ho paura. E che la paura più difficile da tenere a bada è quella che leggi in chi ti sta accanto. La verità è che sarebbe più facile avere paura da sola. E magari non sentirsi in colpa per questo. La verità è che i sogni mi fanno temere il sonno. La verità è che il mio egocentrismo mi fa vedere segni ovunque. La verità è che ho paura. E che vorrei poter aver paura da sola.

Mettiti comodo

E lasciati abbracciare dal sole. Mettiti comodo. Gli occhi chiusi, i pensieri leggeri, i gesti lenti e un po' pigri. Mettiti comodo. Annusa il profumo del rossore per parole quasi senza voce. Mettiti comodo. Ascolta l'acqua e sentine la corsa fresca sotto il sole caldo. Ascolta il ronzio del risveglio di questa primavera che più bella non si può. Mettiti comodo. E non pensare a niente. E, se proprio non ci riesci, pensa a un bacio. Dato con occhi chiusi, pensieri leggeri, labbra pigre, gote rosse, profumato di acqua e di sole e di azzurro. E di me.

Sei come sei

In pochi mesi due storie di amore e diversità. E mentre scrivo amore e diversità, ne colgo la contraddizione, ché l'amore non si classifica e la diversità presuppone una normalità difficilmente individuabile come certa. Certo è che la Mazzucco racconta la storia di una amore omosessuale con la naturalezza che era mancata al libro della Mazzantini. (Splendore) "Sei come sei" è la storia di Eva figlia di due uomini, diversissimi tra loro ma legati da un amore naturale e profondo al punto da farli decidere di diventare padri. E' la storia di una ragazzina che viene bruscamente privata dei suoi affetti per un destino imprevisto e soprattutto per la certezza di alcuni di sapere cos'è giusto e normale. E' la storia di una cattiveria subita fino a farla propria e della fuga davanti a quella cattiveria che ci ha sorpresi. E' la storia di un coraggio ingenuo e  incosciente mosso dal bisogno di andarselo a riprendere quell'amore che ci hanno tolto. Forse

Sorrido

Sorrido. Dopo i giorni di desideri realizzati. Sorrido. Con il dolore leggero che mi ricorda un pensiero pesate. Sorrido. Si attraversano tempi che cambiano la prospettiva, almeno per un po', forse per sempre. In un attimo il relativo appare in tutta la sua pochezza invadente e indispensabile. In un battere di ciglia si scoprono infinite sfumature di luce. In una riga di parole si svelano sentimenti che cambiano corrispondenza. Sorrido. Per ricordarmi che oggi sono più forte di ieri.

Per te, Jesus

Ciao. So che domani mi penserai. Lo so. Lo scorso anno il regalo della tua voce ha chiuso la giornata del mio compleanno. Domani non lo avrò, il tuo regalo, ma so che mi penserai. E non mi basta, perchè sono tante le cose che vorrei dirti. Vorrei dirti che un anno fa scoprivo che il mio desiderio più grande cercava un nido sotto il mio cuore, che quel desiderio è volato via ancor prima di farsi vedere davvero; che ha lasciato una ferita che non so vivere serenamente. Che un anno dopo sono in attesa di sapere se le cellule che hanno trovato nel mio seno possono essere più brutte di quello che sembrano. Vorrei dirti che mai come da quando ti sei nascosto sei presente nel mio pensare. Vorrei dirti che mi manchi, che sono in pena per te, che non sapere è la sofferenza più grande. Vorrei dirti che il bene è sempre tutto qui, a cercare di non lasciarti andare. O a lasciarti andare sperando tu sappia di poter tornare. Domani saremo a Firenze. Ti ricordi il nostro sonno sdraiati sul pr

La grammatica dell'amore

Sotto una coperta colorata con tanti cuscini a reggere i pensieri che si fanno leggeri e iniziano a seguire la storia. Tu, di spalle, ascolti e sogni. Io leggo. Ad alta voce. Per te. Come non facevo da troppo tempo. Hai accettato il mio invito di malavoglia, per non dover fare la fatica di dire di no e di malavoglia hai tolto le cuffiette dalle orecchie e mi hai seguita. Capitolo 1. Le dieci principesse. E ci siamo perse nella storia di Irene che si perde tra i libri che dovrebbero insegnarle a comprendere la grammatica dell'amore. I primi sette capitoli se ne sono andati in un soffio e hanno lasciato il posto a chiacchiere un po' sciocche, a gesti un po' sciocchi, a risate un po' sciocche. A un'intimità che chiede pazienza e tempo e lentezza e voce e sguardi diversi sulle medesime parole. Aspetto il prossimo appuntamento. E con la voce un po' roca e il cuore sereno, suggerisco questo libro alle mamme di ragazzine confuse e incerte e testarde e bellissi
Non lasciarmi quando arde la stella di mezzanotte, quando fuori e in casa tutto va bene come non mai. Non per qualcosa e senza un perché semplicemente e tra l'altro lasciami quando provo dolore vattene abbandonami del tutto. Che si svuotino i cieli, che diventino neri i boschi, che prima di dormire abbia una gran paura di chiudere gli occhi. Che l'angelo della morte come al cinema ora mi versi il veleno nel vino, ora che la mia vita mischiando come un mazzo di carte butti nel panno la carta di fiori. E tu resta pure in disparte - biancheggia come un ciliegio alla finestra non arrivandoci, ridi, allungandomi la mano. (Boris Ryhzy)

Il mio cuore

E poi ci sono sere come questa. Sere in cui tutto gonfia il cuore fino a farlo scoppiare. Solo che il mio implode. E fa male. Inutilmente. Allora lo chiudo e spero di trovare un sonno senza sogno per perderlo, il mio cuore, e trovarne, al risveglio, uno differente.
Rifiuto il mio corpo che vive di vita apparente, che vive di vita sterile e serba il ricordo di vita feconda nel segno dolorosamente indolore.

Se ogni pagina e ogni canzone

Se ogni pagina parla di te. Se ogni canzone canta di te. Se tutto sembra stringersi intorno al solo pensiero che vorresti dimenticare. Allora c'è molto egocentrismo. E senso di colpa per il sentimento che ti riempie. E una cosa sola da fare. Chiudere le pagine. Spegnere le canzoni. Chiudere gli occhi. Spegnere il cuore. Fino a domani.

Il "Mio" libro

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Leggo. Di tutto. Di corsa o lentamente. A volte sfoglio con lo sguardo, colgo parole che mi riprometto di leggere in un momento migliore. A volte dimentico di farlo, dopo. Leggo. E più leggo meno scriverei. Perché mi sembra ogni volta un regalo bellissimo, quando trovo parole di altri scritte per me. Passano i giorni, le settimane. Arriva una pausa caffè che mi concedo lunga, per iniziare a pensare a qualche giorno tutti insieme in una bellissima città. E arriva il pensiero di questo angolo nascosto, un po' polveroso, zeppo di parole mie, dei miei pensieri confusi, delle miei giornate senza fine e delle settimane che scorrono troppo in fretta. Devo scegliere un libro di autoaiuto. Un libro, tra i miei, che sia stato riferimento e guida in un momento particolare della mia vita. Dovrò portarlo con me e raccontarlo a un gruppo di persone che non conosco, di cui immagino vita e pensieri solo da un nome e da un viso. O da come siedono e si guardano intorno. Il libro che porterò pu

Come una storia d'amore

Un libro non abbastanza bello da desiderare di scriverne, ma che merita comunque di arrivare all'ultima pagina e accanto, sul comodino, un libro che aspetta di essere aperto forse quanto io aspetto di aprirlo. Un autore che conosco, di cui amo il piacere di narrare, la scrittura senza fretta. Un po' come una storia d'amore attesa nei sogni. Quasi più bella nel pensarla che nel viverla. Un po' come un amore che vive nel desiderio di bruciare. Ho aperto il libro e trovato le parole che aspettavo. Ancora non so se mi ci perderò, se il mio respiro seguirà il ritmo della punteggiatura. Come una storia d'amore, il rischio è che nel sogno, nell'attesa, tutto sembri più bello.  Ma poi.  Non è bello cadere tra le braccia dell'amato?  E non è bello cadere tra parole che rimbalzeranno nel nostro pensare e nel nostro respiro fino all'ultima pagina?

14 febbraio

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A volte non basta il sole, per illuminare le giornate; non bastano un cielo azzurro e le montagne candide, per sorridere. A volte servono desideri piccoli a cui abbandonarsi, piccole cure, accudimenti lievi. A volte serve inciampare in gesti inaspettati che regalano lacrime felici e un respiro leggero. Un cuore di carta, una musica che porta lontano, un bacio piccolo. Il sole dentro.

13 anni

Sei venuta al mondo ieri e sono passati tredici anni. C'era il sole, tredici anni fa e c'era il sole ieri. Come ogni anno e nonostante l'inverno che ti ha accolta. Nonostante tu non sempre voglia vedere la luce che porti dentro, che esce piano da un sorriso a occhi bassi, dal gesto imbarazzato che scosta i capelli dal tuo volto. Hai luce buona per scegliere la strada da seguire. Domani. Oggi sei qui. Incerta e sfrontata. Timida e sicura. Scontrosa di una dolcezza preziosa. Oggi sei qui. Con occhi grandi come il tuo cuore. Con cuore grande come i troppi pensieri confusi che ti fanno mia figlia più dei colori che ti ho dato. Oggi sei qui. Con l'elenco dei tuo difetti e lo stupore di chi vede la tua bellezza e l'accarezza nei tuoi capelli che dormono leggeri. Oggi sei qui. E posso non comprenderti guardandoti. Sei qui. A sfuggire un bacio che vorresti. A celare l'abbraccio che il sonno non nega. A cercare il tuo posto, la tua strada, la tua voce, il tuo pass

Tanto non riesco a lavorare...

Capitano giorni in cui la testa sembra voler scoppiare, staccarsi dal corpo per andare a posarsi su un cuscino nel buio e aspettare. Che passi. Capitano giorni in cui il cuore lo senti a brandelli che si staccano e restano lì, per terra, rischiando di venir calpestati e persi per sempre. Capitano giorni in cui il cioccolato non sortisce effetto. Giorni che non basta il caffè. Giorni che possono essere lievi ma che sembrano macigni sulle spalle, nel cuore, tra i pensieri. Capitano giorni in cui il consueto sentirsi sola diventa ancor più pressante e pesante e doloroso. Capitano giorni in cui si vorrebbe solo sparire. Almeno per  un po'. Almeno per il tempo necessario a ricomporre i pezzi, il cuore, i pensieri. Invece si resta qui. S'indossa un vestito bello e si cammina su tacchi troppo alti. Invece si resta qui. Con gli occhi truccati con cura e le labbra spoglie e si tenta di sistemare i capelli confusi. Invece si resta qui. Si finge di lavorare e un po' lo si fa

Luce e polvere

"...Siamo la luce di un fiammifero bruciato che al toccarlo diviene polvere." ........................... Nello spazio fra le quattro stagioni ti troverò, quando si portano a passeggio i bambini e le anime sono rese come piatti sporchi in una mensa operaia. Noi siamo una religione e nessuno crede nelle nostre sacre scritture.  I nostri sguardi si nascondono fra le pieghe delle tende che fanno filtrare le preghiere d'altri e la luce cadente. Si toccheranno i nostri angeli quando ci abbracciamo nell'oscurità, qualcuno accenderà una candela per proclamare un regno? Siamo la luce di un fiammifero bruciato che al toccarlo

Tulipani

I tulipani che ho sul tavolo come unico colore di questi giorni umidi e grigi di pioggia incessante. Del loro muoversi e disporsi nel vaso come parlassero tra loro, avrei voluto scrivere stasera. Ma è la sera che temo di averti perduto. La sera che hai strappato il solo filo rimasto ad unirci. Resto qui, ti aspetto, non cancello niente, non strappo. Ti aspetto. Ti aspetto

Marina Bellezza

Ho chiuso il libro e aperto una domanda: davvero la meta dipende dove partiamo? Marina Bellezza parte da un minuscolo paese perso tra le montagne biellesi. Una valle dimenticata che va spopolandosi, da dove i più vogliono partire e qualcuno tornare. Come in Acciaio, Silvia Avallone, sa raccontare la provincia con sguardo quotidiano. Nel suo ultimo lavoro ci sono le radici che nessuno può davvero recidere. Possiamo camuffarci, provare a cancellare tracce di noi che poi ritorneranno in minuscoli particolari. Marina ha un talento unico per il canto, una bellezza che sembra poterle regalare tutto e la voglia testarda di arrivare in cima al mondo. E porta, nascosta dentro tacchi vertiginosi, una ferita che la rende tanto determinata, che le consente la tenacia di non guardarsi se non per come deciderà di vedersi. Almeno per un po', almeno per il tempo di tentare la fuga da Valle Cervo. Andrea è il figlio non voluto che delude per missione e vendetta; che come unico desider

Non riconosco nulla

"...Non riconosco nulla dalla finestra, tutto è uguale, è la polvere che vaga dunque non c’è nient’altro dietro le nostre vite: se non avessi l’ombra che si disegna sola, quella di un cane a cui somiglio, sarei davvero anch’io una cosa, abbandonata tra gli agguati, di nuovo nel deserto della strada immobile nel giorno identico a ieri che arriva tardi, che non si sbaglia mai." ( Mario De Santis)

Tentativi di sopravvivenza. DUE

4. Non fare domande di cui conosci già la non risposta. 5. Non sognare sogni se non puoi già almeno sfiorarli. 6. Non sfogliare riviste o catologhi che possono indurre a progetti che resteranno tra quelle pagine.

Splendore

La verità è che non mi è piaciuto. Mancano le parole che sanno di carne, di pancia, di urgenza. Manca il respiro ad anticipare la punteggiatura. Manca il coraggio di raccontare come tale una storia normale. L'ultimo libro di Margaret Mazzantini ha il profumo di un dovere, il ritmo di un appuntamento che non si può mancare con i propri lettori. Se lo scopo era di raccontare una storia d'amore, l'obiettivo è stato mancato dal tentativo di giustificarla con il luogo comune, nel negare l'amore per trasformarlo in disegno premeditato e costruito. Fin dalle prime pagine, che stentano un po', manca qualcosa e chiudendo il libro ci si stupisce di come quella mancanza venga colmata proprio dal finale che non si voleva veder scritto. Un finale che cerca il plauso dei benpensanti come di chi si definisce aperto e magari anticonformista. Letto, chiuso e riposto. Con un leggero rimpianto per un'occasione mancata.

Tentativi di sopravvivenza. UNO.

1. Non chiedere di ciò che non vuoi sapere 2. Non sentirti in colpa per ciò che subisci 3. Non vedo. Non sento. Non parlo

Se il cielo mi ascolta

Ho chiuso gli occhi, ieri notte, pensando all'immobilità del cielo di questi giorni, all'immobilità della luce che da quel cielo fermo scendeva a non illuminarci. Per giorni interi il cielo intorno a me è stato grigio, compatto, quasi spesso, quasi a inghiottire i colori. Per giorni interi la luce è sembrata non riuscire a filtrare da tutto quel grigio, inusuale in un luogo tanto amato dal vento. Mi ha svegliata il rumore della pioggia sul tetto. Mi ha svegliata la danza della pioggia, dalla finestra della cucina, sulla strada davanti a casa. Mi ha svegliata il cicchettio delle pozzanghere sotto le mie scarpe troppo leggere. Ancora la luce non viene. Ancora il grigio, ma più leggero, come avesse perso parte del peso. Ancora i colori sbiaditi eppur lavati da un'acqua che non vuole saperne di riposare, ferma. Dalla mia finestra esce la luce di questa stanza e si perde nel grigio bagnato, lì fuori. Dalla mia mente escono pensieri leggeri come i rimbalzi della pioggia

Il potere di sollevare

Se anche avessimo il potere di sollevare oltre le case e le strade azzurre questo carico di ombre, di dubbi che ci consuma come pietra sulla soglia, e una nuvola potesse portar via d'un tratto a disperderne il sale sulle acque del mare, acconsentiremmo noi a gettarvi soltanto questi margini della poesia, a rimanere quaggiù, nell'erba viva come una foglia abbandonata dal cielo?  (G.Goffette)  

Per te.

Sono qui per te. Per questo filo invisibile che lega le esistenze nonostante oceni, montagne, chilometri di strade a dividerle. Per questo filo forte più del tempo che passa. Per questo filo tessuto d'affetto, di bene, di ricordi condivisi, di giorni vissuti insieme. Sono qui per te. Che hai la chiave per questo non posto, che sai dove trovarmi, se vuoi cercarmi. Sono qui per te perchè il tuo pensiero è con me. Sono qui per mandarti il mio abbraccio. Per indirizzare il mio pensarti a farti fischiare il pensiero. Sono qui per essere con te. E per non lasciarti andare...

L'anno che è

Un tempo nuovo, tutto da scrivere, come il quaderno che mi ha regalato Alice per annotare le mie parole preferite e un momento bello per ogni giorno. Un anno da camminare un giorno alla volta, un passo alla volta. Un respiro che ha trovato riposo e parole, tante, che hanno riempito il tempo. Parole lette e ricopiate; parole pronunciate, chiacchierate, condivise e ascoltate. Riuscire a tenere tra le braccia un piccolino e coccolarlo. E poi sognare per una notte intera di allattare un figlio di altri e stupirsi del proprio corpo. Riuscire a vivere giorni sereni accogliendoli con indulgenza. Senza attesa, senza affanni. Respirare i profumi buoni della cucina. Restare seduti a tavola per ore perché la compagnia è bella quanto il cibo è buono. Mischiare accenti, sapori e pensieri. Sentire il cuore scoppiare di rabbia e tenerezza per un piccolo torto sofferto da una ragazzina in bilico tra la saggezza e la stupidera. E ancora riconoscere l'odore inconfondibile del paese che am