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Visualizzazione dei post da settembre, 2013

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La consistenza della tua pelle sotto le mie dita. Il profumo dei tuoi cassetti. Il tuo respiro nel sonno. Le gambe troppo magre nelle calze sempre un po' larghe. Gli occhi dalla piega un po' triste. Le tue mani sottili e fredde. E tutto l'amore. Piccoli ricordi di te, che non mi lasciano sola.

Se non ci fosse la poesia...

Accade che le affinità dell'anima non giungano ai gesti e alle parole ma rimangano effuse come un magnetismo. E' raro ma accade. Può darsi che sia vera soltanto la lontananza, vero l'oblio, vera la foglia secca più del fresco germoglio. Tanto e altro può darsi o dirsi. Comprendo la tua caparbia volontà di essere sempre assente perché solo così si manifesta la tua magia. Innumeri le astuzie che intendo. Insisto nel ricercarti nel fuscello e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre nel vuoto: in quello che anche al trapano resiste. Era o non era la volontà dei numi che presidiano il tuo focolare, strani multiformi multanimi animali domestici; fors'era così così come mi pareva o non era. Ignoro se la mia inesistenza appaga il tuo destino, se la tua colma il mio che ne trabocca, se l'innocenza è una colpa oppure si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me, di te tutto conosco, tutto ignoro. (E.Montale) da PensieriParole

Meglio la poesia...

Che poi. Se l'intuito da solo troppo spesso non basta, allora gli occhi bisogna aprirli bene, drizzare le orecchie, avere pori sensibili a ogni respiro. Una (inevitabile?) fatica inutile. Per sopravvivere e non soccombere. Magari aiutandosi un po'... Cito liberamente : «Mai indietreggiare su questioni di dignità personale, mai subire o illudersi che sia meglio non creare problemi. E ancora: per quanto sia difficile, resistere alle provocazioni dello stronzo con ferma gentilezza: per contenerlo e anche per non cadere su un terreno che lo vede vincente. Non c'è altro da fare, del resto, sempre che non si consideri un'alternativa appetibile permettere che la cancrena della stronzaggine vada in metastasi invadendo ogni aspetto della vostra vita e trasformandovi in altrettanti sfigati senza amici, né passioni, né affetti familiari autentici, gente che sgomita per un po' di malinteso potere. Se mettete il lavoro al primo posto significa che non vi piace torna

Domenica sera

Spesso mi capita di vedermi riflessa in uno specchio e non riconoscermi. L'immagine che mi ritorna non coincide con quella che sento. E mi spavento. Ma come mi vedo io, non lo saprei dire. Ho dato solo da pochi giorni contorno chiaro a un sentire che stava lì, confuso, da molto tempo. Sono cambiata tanto, pur restando immobile. Non ricordo dove ho messo il mio ottimismo ad oltranza. Non so più in quale cassetto ho chiuso i miei sogni. Non trovo più la chiave per aprire la porta alle idee assurde che danno leggerezza ai gesti e regalo attesa ai giorni. E nello stesso tempo porto sulla pelle tutte le speranze, le illusioni, i sogni che mi hanno fatta arrivare fin qui. E fa male, sentirsi traditi da se stessi. Fa male sapere dell'inevitabilità del tradimento, perchè continuare a credere ai miracoli, sarebbe un dolore ancora più grande. Ma se è così, se davvero non trovo, non ricordo, non so più dove sono i miei sogni, dove sono il mio ottimismo e la mia incapacità di cr

20 settembre

Finisce l'estate con una dolcezza consolante e la malinconia avanza. Non per l'autunno che arriva, esplosione dei colori e dei cieli che amo. Malinconia per l'inevitabile tradimento ai miei sogni. E per l'incapacità di seppellirli per sempre. Impastata di fallimento e ottimismo; di speranze e disillusioni. Un passo avanti. Ferma. Un passo indietro. E si ricomincia. Ancora. Non si cresce mai davvero? O si cresce davvero al punto da dimenticare chi siamo? E quali tracce lasciamo, nel nostro crescere? Del nostro passare? Penso.

Oggi

E poi ci sono le giornate come questa. Che si svegliano tra vento e carezze. Che regalano un cielo trasparente e una luce che disegna le montagne di un verde intenso. Giorni di parole perse che però si ritroveranno. Giorni in cui il passare del tempo e' un po' lento, sì, ma lieve. Le mani iniziano a essere fredde, ma la pelle porta ancora il sole addosso. L'aria ha cambiato profumo, i colori si vanno riempiendo d'autunno.

Aspetto. Aspetto.

«Io vorrei farti dormire, ma… come i personaggi delle favole, che dormono per svegliarsi solo il giorno in cui saranno felici. Ma succederà così anche a te. Un giorno tu ti sveglierai e vedrai una bella giornata. Ci sarà il sole, e tutto sa rà nuovo, cambiato, limpido. Quello che prima ti sembrava impossibile diventerà semplice, normale. Non ci credi? Io sono sicuro. E presto. Anche domani. Guarda, Natalia, il cielo! È una meraviglia!». Fëdor Dostoevskij, "Le notti bianche".

Ritorno

Di questa estate ormai finita porterò con me ancora per un po' il colore del sole sulla mia pelle, le voci dei ragazzini nell'aia, la fatica del tentativo di comprendere chi non sa come fare a crescere, gli entusiasmi per i piccoli successi di bimbi tenaci, i volti di chi si incontra di rado e con affetto. Porterò con me la settimana noi quattro soli, in un mare che non conoscevamo, in una terra solo sfiorata; non consentirò al mio cuore di scordare le immagini di una città viva solo nel testardo desiderio di chi l'ha lasciata e uccisa dalle menzogne di chi ha usato una tragedia per il proprio effimero trinfo. Un'estate che ha portato notizie di attese di gioia che hanno ingarbugliato il mio cuore e i miei pensieri. Perchè non riesco a gioire con leggerezza di una vita che cresce nel ventre di un'altra. Perchè ho compreso che la primavera passata non ho perso solo il mio bambino, ho perso, mi è stato strappato da dentro, il desiderio stesso. Perchè adesso ho un