Post

Visualizzazione dei post da febbraio, 2013

Penso

Penso. Agli angoli nascosti dentro di noi. A come non riusciamo a condividerli. A volte neppure li chiamiamo per nome. Penso. A come la pelle percepisca prima del pensiero le ombre e le luci che ci circondano. Penso. A pensieri condivisi, intimi e sconosciuti. Penso. Alla ferita che brucia per non essere soggetto, oggetto, parte di quello scambio. E penso che gli angoli nascosti possano servire come pausa, come respiro quando l'aria sembra troppo rarefatta per noi. Intanto fuori il cielo si fa grigio e promette altro bianco. Speriamo. Lo splendore negli alberi di questa mattina, si è sciolto presto.

Penso. Talvolta.

Penso al caso. A come si ascoltino alcune canzoni, che magari non ci  piacciono per niente, e sembra parlino proprio di te. A come si leggano alcune storie e sembra raccontino proprio di te. Forse è egocentrismo, quello che più ci caratterizza. Forse gli "inciampi"  li notano solo quelli molto egocentrici. Forse li noti solo se ne hai bisogno. Forse sono numerosissimi e ne notiamo solo una piccolissima parte. Forse siamo tutti dentro a un grande "Truman show" o siamo davvero solo ologrammi di mondi alieni. Non lo so. So che ieri tornavo a casa e alla radio sentivo una canzone di Venditti. E c'ero e non ero sola. So che spesso leggo storie che mi raccontano, anche quando parlano di accadimenti e personaggi lontanissimi dal mio mondo. So che apro un libro, leggo due versi per caso, e sono scritti per dare voce ai miei pensieri di un attimo prima. So che sentire questi invisibili fili che legano ciascuno di noi, mi fa sentire un po' me

Regalo

Alcuni momenti sono doni preziosi. Possono durare il tempo di un sospiro o di una passeggiata, e restano nel cuore e nei pensieri per sempre. Oggi ho avuto in dono uno di questi momenti. Tempo. Per chiacchiere passeggiando, mentre il giorno si faceva scuro. Chiacchiere e risate e canzoni un po' stonate e un po' giocate. Una complicità leggera perchè non consueta e non scontata. Un regalo. Tempo per noi. Senza maschi, senza ruoli definiti, senza orologio. Tempo lieve come una carezza e finito, o forse no, con un abbraccio non negato, con parole non dette ma ascoltate e giocosamente condivise. Perchè anche il cuore che ha paura di volare a volte mette le ali.

Niente da dire

Niente da dire. Solo il desiderio di stare qui, dove non c'è nessuno eppure ho l'impressione di non parlare da sola. Come quando da bambina giocavo davanti allo specchio e m'inventavo un mondo popolato da una famiglia numerosa, al contrario esatto della mia. Niente da dire. Giorni scivolati via lasciando tracce di sabbia a depositarsi sotto la pella, per appesantire un po' i pensieri e i gesti in modo quasi impercettibile. E' così che la fatica cresce. L'illusione di essere compresi oltre le parole, per il tempo trascorso insieme, magari. L'illusione, una volta sola, di poter essere sorpresi da un gesto inconsueto. Nulla. Come nulla sono le parole che vado componendo per i pensieri che cerco di ordinare e di lasciare qui, su questo foglio luminoso, per non portarli nel mio sonno, per cercare che almeno i sogni siano leggeri.

Pausa pranzo

Così, per tenermi compagnia... In questo silenzio che, se ascolti bene, silenzio non è. Il ronzio impercettibile del pc, il mio battere sui tasti, un cinguettio, là fuori. Il pulsare della mia tempia sinistra. Vicino a me il calore rosso di un the bollente. E un disordine di fogli. Finirà questo giorno, ma non so quale giorno si aprirà. Allora, forse, magari, è meglio tenersi questo che già si conosce un po'. Allora, forse, magari, è meglio il rumore di altro da me. Oppure il silenzio vero, fatto di solo respiro, come quando si nuota e ci si ascolta. Solo che di ascoltarmi non ho più voglia.

Oggi come ieri

Il mio elenco di momenti belli, uno al giorno, oggi si è fermato davanti a un punto di domanda.  Senz'altro un attimo avrebbe meritato di essere fermato, ma mi è sfuggito. Oggi sono ancora qui... Mi sento ancora qui. Con in più una sorta di rassegnazione triste. E non va bene. Domani. Domani andrà meglio. Perchè non posso permettermi di aspettare un'altra vita. Non ci riesco Pubblicato da macabea 22.2.10 Non ne sono capace. Non ancora. Quello che vorrei sono parole come carezze sulla guancia, sulla nuca, sulle labbra. Quello che vorrei sono parole capaci di fermare il mio cuore ( che si fermerebbe se sapesse pensare... ) e placare il mio respiro. Non sono ancora capace di ascoltare la tua voce di cronaca quotidiana e il mio silenzio timido di banali parole sbagliate. Quello che vorrei è non dover chiedere così da evitare di non sentire risposta. Quello che vorrei è tornare indietro di secondi, minuti, ore, giorni, ann

Il plenilunio

Niente, non aspetto piú niente da te, cielo, Dovunque mi aggrappi cado con fragore Dal tuo tetto d’aria colmo di conchiglie Dal mazzo arrugginito delle tue stelle; Una luna spropositata sorge in me S’ingrossa minacciosa sui miei crinali Sorgerà un plenilunio a frantumarmi.   ( A. Fostieris , Il plenilunio ) Se non ci fosse la poesia... Ecco. Mi sento così. Nonostante il cielo e il panorama stupendi. Ecco. Mi sento così. Con la mia leggera e insistente ansia allo stomaco. Ecco. Mi sento così. E sogno di sentirmi, invece. Così.

La mia giornata

Non ho risposte, nemmeno un'idea, a dire il vero. Ho vissuto questa giornata tra il mondo e la mia poltrona. Il regalo della neve, per poco, ma denso di gioia strizzata e un po' bambina. Il regalo di una passeggiata sotto i fiocchi, tutti insieme, per respiare la stessa gioia e la stessa aria gelata. La notizia di una rinuncia che non si comprende, che forse non ha risposta, che forse chiede solo fiducia in un Disegno più grande di noi. Le parole scambiate e i desideri condivisi, tra la fatica dei malintesi quotidiani e l'ottimismo a oltranza in un insolito scambio di ruoli. E ora la pioggia. E il vento. E il bianco che se ne va. Il profumo del brodo e il silenzio dei bambini. La luce calda e i calzettoni. L'abbraccio della mia poltrona tra una pagina e l'altra e la sorpresa di scoprire che altri hanno sempre un'idea, per quanto incerta, su tutto. Resto in ascolto. E vorrei saper ascoltare davvero, facendo silenzio dentro, mettendo per un po' a tacer

12 anni

Immagine
E' lo stupore felice nei tuoi occhi, che ricorderò di oggi. Lo stupore di chi sente il calore dell'affetto, gli occhi di chi guarda sorrisi e amicizia. E' il tuo sguardo consapevole e antico, che ricordo del nostro primo incontro. Tu, piccolissima tra le mie braccia, e i tuoi occhi fissi nei miei, a riconoscermi e a rivendicare da subito il tuo essere altro da me. Passano i giorni, e non passano lenti. Sono dodici anni che i tuoi occhi mi guardano e che i miei provano a decifrarli. Sono dodici anni che bacio il tuo sonno, che ascolto il tuo silenzio, che amo il tuo disordine. Dodici anni di te.

Pizarnik sotto le dita

So poco della notte ma la notte sembra sapere di me, e in più, mi cura come se mi amasse, mi copre la coscienza con le sue stelle. Forse la notte è la vita e il sole la morte. Forse la notte è niente e le congetture sopra di lei niente e gli esseri che la vivono niente. Forse le parole sono l'unica cosa che esiste nell'enorme vuoto dei secoli che ci graffiano l'anima con i loro ricordi. Ma la notte deve conoscere la miseria che beve dal nostro sangue e dalle nostre idee. Deve scaraventare odio sui nostri sguardi sapendoli pieni di interessi, di non incontri. Ma accade che ascolto la notte piangere nelle mie ossa. La sua lacrima immensa delira e grida che qualcosa se n'è andato per sempre. Un giorno torneremo ad essere. (La notte, A.Pizarnik) t/poesie/poesie-d-autore/poesia-100210?f=a:3654> Mi sono fatta un regalo. Pagine spesse, ruvide. Con parole che aspettavo di avere negli occhi da tanto, di sentirle sotto le dita. Mi sono fatta un regalo.

Parentesi

Tra una parentesi e l'altra si vive? Se nella tregua si svuotano tasche e pensieri, se nella parentesi si ritrovano sguardi e mani, quando la tregua finisce? Quando la parentesi si chiude? Come si vive? Ho sospeso il respiro per un poco. Ho trovato un abbraccio. Il nostro. Il mio nel tuo. E' stata la mia parentesi. Regalo per noi. E ora? Non sarà più facile, domani, ritrovare la parentesi, la porta giusta da aprire. Servono impegno e sorrisi. E il sentire sulla pelle, il desiderio di farcela.