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Visualizzazione dei post da novembre, 2010

Oggi

Un battito di ciglia puo' durare un'esistenza. Il pulsare del cuore, in due tempi, durare un'eternità. Sono gli attimi preziosi, stillati goccia a goccia, a dare senso, sorriso, respiro, colore. E' questo cielo che da azzurro si fa grigio e carico di neve desiderata a ricordare l'attesa dei giorni pieni. Parole che nascono con i pensieri e gesti che si fanno movimento facile. Sorrisi che diventano risate condivise. Momenti preziosi. Come il sapore dell'assenza.

Domani ti penso

Le mie mani mescolano farina, uova e latte. Ti penso. I miei piedi s'infilano in una fessura calda. Ti penso. Cammino, e le mie dita fredde pensano a una tasca dove infilarsi per incontrare le tue. Ti penso. Le mie labbra sono asciutte e desiderano acqua fresca dalle tue labbra morbide. Ti penso. C'è silenzio intorno a me. Mi sei vicino. Il pensarti mi porta dentro a sogni che non si ricordano ma che restano sulla pelle. Nelle parole di fretta e in altre meditate a lungo. Nei miei movimenti veloci e in quelli lenti e silenziosi. Nel sonno e nella veglia. Nel giorno e nella notte. Nei libri chiusi e in quelli che non si ha voglia di aprire. Nelle poesie ritrovate e in quelle ancora da scoprire. Vorrei dirti. Vorrei saperti disegnare con un dito su di un vetro appannato. Invece ti ho disegnato dentro un pensiero che porto con me.

Nevica...

...e non posso raccontare l'euforia sorridente che mi balla dentro!

Di cosa so

"Mamma, sai di burro e zucchero"

Di notte

Mi sono svegliata subito, senza ricordi. Ho respirato piano, il viso nascosto nel cuscino. Sudata come dopo una corsa a perdifiato. Ho cercato l'aria fresca intorno a me e ho ripreso a sognare. Un sonno profondo accompagna le mie notti e mi lascia impronte di sogni che non ricordo ma che restano sulla mia pelle come piccole gocce che impregnano una canottiera sottile. E viola. Come alcuni pensieri.

Due giorni

Minuscoli segni chiari che per essere visti devono venir osservati da vicino. Toccati. Immagini di un sogno che prosegue quando gli occhi sono ben aperti e la mente vigile. Vecchi film e cucina profumata. Pioggia, tanta pioggia. Racconti differenti e differenti bambini. Rossore sulle guance e sul cuore. Segnali di fumo di un corpo che si nasconde. Ma oggi è lunedì. Per fortuna?

Invento il mio altrove

Nel tepore rosso con un libretto smilzo tra le mani. A pochi chilometri da me, la voce e il corpo di quel libretto. Rannicchiata sulla mia poltrona sdrucita, con occhi che incontrano parole lontane per età, vicine per il sentire. E' venerdì sera. Vorrei essere altrove. Invento il mio altrove.

In questi giorni

In questi giorni di cieli incombenti, me ne starei rintanata in questo cantuccio sempre. Lascerei scivolare le parole come scivola la pioggia sull'asfalto. Trascriverei qui parole che altri hanno scritto per me, pur non conoscendomi: c'è regalo più bello? Le mie mani, allora, non sarebbero più così fredde e gli occhi non sarebbero più umidi. In questi giorni di inevitabilità, vorrei scaldarmi in un abbraccio che fosse rotondo come rotondo è il respiro quando è sereno. Mi aspettano altre piogge, squarci di sereno, notti improvvise e albe timide. Mi aspettano respiri veloci e sospiri trattenuti. Mi aspetta il tempo che mi prendo e quello che mi rubo. Avrò passi incerti e idee audaci. In questi giorni e in tutti quelli a venire.

Per me

Io non sono una donna. Sono una cosa neutra. Sono un bimbo, un paggio e una decisione ardita, sono un raggio ridente di sole scarlatto... Io sono una rete per tutti i pesci voraci, sono un calice a onore di tutte le donne, sono un passo verso il caso e la rovina, sono un salto nella libertà e nel sé... Io sono il sussurro del sangue nell'orecchio dell'uomo, sono una febbre dell'anima, della carne voglia e rifiuto, sono una targa d'ingresso a nuovi paradisi. Io sono una fiamma, che cerca vivace, sono un'acqua, fonda, ma audace fino al ginocchio, sono fuoco e acqua in rapporto leale, e senza condizioni... EDITH SODERGRAN

Inevitabile

I miei piedi camminano su strade inevitabili. Sempre. Un passo dopo l'altro, accomodando il respiro al cammino, cercando con lo sguardo un orizzonte dove sedersi e riposare. Io non mi fermo. Inevitabile. Io non muoio. Inevitabile. Io non diventerò mai trasparente. Inevitabile. Io continuerò a sentire il sorriso sulle mie labbra anche quando il sorriso piangerà. Inevitabile. Imparerò mai ad amare la mia inevitabile vita?

Primavera nordica

...una carezza per il mio cuore Tutti i miei castelli d’aria si sono sciolti come neve, tutti i miei sogni defluiti come acqua, di tutto ciò che ho amato mi rimane un cielo azzurro e qualche pallida stella. Il vento si muove piano tra gli alberi. Il vuoto riposa. L’acqua è silenziosa. Il vecchio abete sta sveglio e pensa alla nuvola bianca baciata in sogno. Edith Södergran

Monade

Un giorno tornerò a Caprera e mi fermerò lì. Avrò inverni che non mi somigliano e colori che socchiuderanno i miei occhi. Avrò pelle salata e mani che proveranno a trattenere l'acqua. Un giorno sarà il sole a ridare luce ai miei capelli. Ma oggi piove. I miei occhi cercano luce, i miei capelli raccolgono gocce. Così il mio cuore. Cerca di accomodarsi in un silenzio che non desidera. Cerca di non schiudere le labbra in parole inadeguate. E piove sui miei pensieri lenti e velocissimi nello stesso tempo. Pensieri che fluttuano in questo cielo incombente. Arriveranno?

Inevitabile

Apro la mia finestra e ascolto la pioggia che non dà riposo ma che non so non amare. L'inevitabilità cammina per strade misteriose.

In un istante

"Tenere un mondo intero sul palmo e dopo soffiare" In un istante, puoi sparire. Sono sparita.

E' tempo di andare

Se posassi la testa sul mio cuscino, dormirei. Se aprissi il mio libro per provare a chiuderlo, dormirei. C'è sempre una notte in cui il sonno tarda a venire, una notte in cui si sta nel silenzio, e si ascolta la vita di chi è vicino a noi ma senza di noi. C'è sempre una notte in cui la luce non si spegne, una notte di attesa di nessuno, di niente. Neppure i sogni sono desideri, nelle notti accese. Sento il mio respiro. La testa che duole leggermente, la solita gamba incapace di trovare riposo. Sento i tasti sotto le mie dita e mi pulsa una tempia. Un prurito leggero. Io. Dovrei decidermi ad alzarmi, spegnere la luce bella che mi è compagna stasera. Chiudere la porta, raccogliere oggetti dimenticati e riporli: che riposino anche loro. Entrare nella penombra e respirare l'odore che più amo. Rimboccare. Una carezza. Un bacio leggero. Magari ricevere un sorriso o un bisbiglio a occhi chiusi. Per un attimo entrare in un sogno. Poi la mia coperta rossa, la luce ch

Novembre

E' tornato il tempo delle mani da scaldare intorno a una tazza. E' tornato il tempo dei giorni che chiedono occhi ben aperti a cercare luce. Sarà ancora inverno, tra non molto, e allora la luce sarà tanto chiara da socchiudere gli occhi. Le ultime foglie resistono sui rami ormai spogli. I miei pensieri assomigliano a quelle cadute. Non per melanconia o tristezza. Per la quiete di un giorno uguale a domani.

Dal cuscino

Senza parole da pronunciare. Con un'ombra di sorriso nel cuore. Finisce la mia giornata. Iniziano i miei sogni.

Grigio

Sto alla finestra e guardo la vita passare. A volte i vetri sono aperti e l'aria mi prende. Oggi l'aria è grigia e ferma. Come me. Il silenzio. Coprire tutto con il silenzio. Come fosse un cerotto da così tanto tempo lì, che ormai non si vede più. Ma intorno al silenzio si ferma la povere. E non basta acqua corrente a mandarla via. Apro la pagina e leggo i versi che avevo incontrato prima di dormire. Mi commuovo inutilmente. Nessuno mi guarderà partire.

Risveglio

Con i tetti bagnati, il sole, il respiro che si condensa. Con i minuti che si ripetono ogni giorno. Con un silenzio freddo e gesti mancati. Sembra quasi sera.

E' quasi sera

Vorrei parole leggere per riposare i pensieri. Ormai è sera e non credo di trovarle più. E' stato un giorno di corsa, passi svelti, mani operose. E' stato un giorno di pensieri sterili. Domani. Aspetto domani.

Cielo

Il cielo sopra di me non è cielo per farsi domande. Ecco perchè oggi non mi rispondo. Però le parole belle restano belle anche con questo cielo. "ho fatto un buon tratto di strada, ormai, e sono stato tuo figlio e sono stato tuo padre e conosco i gesti che non si spezzano davanti al dolore l'incandescenza dell'istante che li ha generati la tua mano sulla mia fronte il palmo della mia sul dorso della tua che non so come, non so dove mi portano ancora con te" (P.Cappello)

Lunedì

Basta un sorriso leggerissimo per raddrizzare una giornata. Basta un'immagine che si credeva perduta a regalare quel sorriso. Bastano poche parole per non sentirsi soli. Le nostre giornate sembrano voler riprendere il loro tempo. Noi sembriamo seguirle docilmente. E' ancora lunedì. E, insospettabilmente, mi piace.
...Oggi vorrei tu fossi la mia coperta...

Dentro di me

Il silenzio non riempie il mio cuore. Perché non so tacere. Perché i miei pensieri sono rumorosi e caldi. Il silenzio che mi circonderà resterà fuori. Non lo voglio un cuore pieno di silenzio. Leggo il libro sbagliato se decido che questo libro racconta il mio futuro. Se non riusciò ad arginare il silenzio che mi vuole prendere, alzerò il volume della musica.

Forse sto leggendo il libro sbagliato

Ha senso? Ha senso la parola? Non è meglio tacere? Ha senso? A volte le parole non si trovano, non si posseggono neppure come pensiero impronunciabile. A volte le parole sono tante, troppe, al punto che non si possono riordinare. In entrambi i casi è meglio tacere. Che senso ha parlare? Meglio tacere e lasciare che il cuore si lasci riempire. Dal silenzio.

Meringa

Riprendere il passo. Ancora lento ma più sicuro. Ritrovare i tempi usuali. E meravigliarsene un po'. Pensare che sono i piccoli accadimenti a scandire i giorni, i sorrisi e le preoccupazioni. Pensare che sono i minuscoli sforzi, i gesti eroici che ci consentono di avere altri giorni. Accanto a me vive un uccellino. Ha le ali malconce e se provo a farlo ridere soffre. Però i suoi occhi ridono e le sue labbra sorridono. Accanto a me vive un uccellino che pesa come un chicco di grano. Un uccellino che tornerà presto a volare. Prenderà per mano la musica della ballerina che non lo lascia mai solo e insieme mi regaleranno il desiderio del silenzio.

Smetterà

Amo la pioggia. Il suo profumo, che cambia con le stagioni e che è differente in ogni città. Il suo rumore, che accompagna il mio sonno, dà ritmo alle mie letture sprofondate in una poltrona che mi somiglia. Amo la pioggia sui capelli e sul viso. In queste ore la pioggia spaventa. Gonfia il mio fiume, sdruciola le montagne. Non è la pioggia. E' il poco amore per la terra. Restiamo affacciati. I piedi nell'acqua, gli occhi al cielo. Dimentichiamo sempre la terra.

Senza ombrello

Per loro la piogga era lieve. Se ne stavano seduti per terra, al riparo del portico davanti alla biblioteca, affacciati sulla piazza illuminata di giallo, dove noi camminavamo in fretta per raggiungere le auto, le case, un posto asciutto. Loro se ne stavano lì. Le gambe intrecciate, il fiato che si confonde, le teste che si sfiorano, gli occhi che si trovano. Le mani non le ho viste, ma le ho pensate unite e confuse. Come al solito non avevo ombrello, ma ho allargato un poco il mio giro per cercare di vedere i volti di due ragazzini che ascoltavono la pioggia senza sentirla, senza avvertirne l'invadenza che questa notte si fa pericolosa. Per loro la piogga era lieve, quasi desiderata. Un'ottima scusa per fare tardi, rientrare dopo l'orario stabilito, senza alcun pensiero per chi sta alla finestra e aspetta il loro rumoroso rientro a riempire di vita due case. Ho sorriso alla loro tenerezza. E ho ricordato le pioggie belle che hanno riempito di musica i miei giorni.