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Visualizzazione dei post da ottobre, 2009

Poesie, nuovi arrivi e silenzi

Francesco ha preso un'antologia di Ungaretti e mi ha chiesto di cercargli una poesia di Leopardi. Gli ho letto qualcosa aprendo i libri casualmente. La musica di Leopardi lo ha fatto tacere oltre le sue capacità; di Ungaretti ha apprezzato la concisione. Ne abbiamo parlato, e lui mi ha detto che non capisce: di uno le parole, dell'altro il significato. Gli ho detto di ascoltarle con il cuore. La vera poesia è stato il suo pensiero. Una tartarughina d'acqua abita da oggi con noi. Sembra confusa. E' piccolissima. Vorrei il coraggio di riempire la casa: uccellini e coniglietti. La loro gioia intorno alla vaschetta riscaldata mi ha riempito il cuore. Per il resto..."Anche questa notte passerà..."

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Apro la posta sperando sempre di trovarti. Non ci sei. Anche stasera la delusione si è sciolta nella mia sciocca testardaggine di non rinunciare alle illusioni. Spengo tutto. Anche stasera mi abbraccerà un libro e il lieve senso di nausea per il pensiero di tutte le parole che hai regalato ad altre che non sono io, di tutte le pagine riempite con un altro nome, di tutti i pensieri che non sono riuscita ad avere. Lo so. E' giusto così. Perchè dovrebbe essere diverso? La mia cattiveria ferisce anche me. Ho finito di svuotare la tua valigia, qualche tempo fa. Non ho mai capito se le distrazioni sono davvero casuali o invece il risultato delle parole che non vorremmo dire.
Lo so. E' la pancia a dirmelo. Io sono stata tradita. Forse qualche anno fa, forse ieri, ma la mia pancia lo sa. Lo ricorda e lo vive. Sono state parole regalate ad altre diverse da me, pensieri per i quali ero pesante ingombro. Forse sono stata trasformata in un minuscolo angolino di vita altrove, lontana chilometri di treni e aerei. Pero' lo so. E non mio servono conferme o smentite. Lo so. Lo sopporto? Solo quando la mia pancia, e il senso di nausea, me lo permette. Solo quando il mio cuore lo dimentica. E' il pensiero di te che desideri altro da me. E' il pensiero di me che non so farmi desiderare da te. E perchè proprio stasera?

Giovedì

Il cielo superbo di freddo non ha reso più facili questi giorni. La sera ci sono nuvole che allargano il cuore e il profilo delle montagne al tramonto riempiono di bellezza lo sguardo. I miei occhi però sono pesantissimi: per il poco sonno e il troppo inutile pensare. Non cambia niente. Non si cresce. Non si impara. L'utimo mese si è consumato in pesante velocità. La fine delle lunghe vacanze estive e il primo giorno di scuola. Riuscire ad essere faticosamente tutti sotto lo stesso cielo dopo molti giorni di familiare sparpagliamento. Improvvisare un viaggio di sentimenti e di colori e altri cieli infiniti e città minuscole e monumentali. Non riconoscere una piazza che era illuminata da mille candeline rosse a ricordo di un ragazzo che così poteva vivere ancora e che ora è invece accecata di mille vetrine. Campagna infinita e i colori dell'autunno. Adesso il freddo. E cuore confuso.

Unica risposta

Urlo. Sussurro. Ringhio. Bisbiglio. Silenzio
Cammino nella nebbia e forse non mi accorgo della scia di buio che lascio dietro di me. Cammino nella nebbia fitta, con la luce trasparente e palpabile delle mattine brumose. Cammino nella nebbia e mi perdo e ritrovo e perdo briciole di cuore e parole e momenti preziosi. Cammino nella nebbia e non mi sento sola come dovrei. C'è tanto vento questa notte. E la mia testa è confusa per una volta più dei miei pensieri. Cadranno le foglie ancora verdi con questo vento? Cadranno i miei pensieri con il sonno quando finalmente verrà? Non mi piace sentirmi leggere pensieri che non ho o che non voglio avere. Non mi piace sentirmi circoscritta in un disegno già tracciato. Sono vulnerabile come vetro scheggiato. Ho desideri minuscoli come frammenti di parole che si iniziano a scrivere per lasciarle a metà. Ho paura di non riuscire a vedermi , perchè non è quello ciò che io vedo. E non sono abbastanza ferma sulle mie gambe per voltarmi altera e dire che sono altro, che penso altro. E c