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Visualizzazione dei post da 2009

Propositi e desideri

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Di questi giorni che svaniscono veloci, vorrei portare con me solo le felicità, le risate forti e il profumo caldo del sonno buono. Di questo anno che sembra volersene andare più in fretta del solito, quasi sapesse che non sarà ricordato con nostalgia dai più, vorrei fermare la tenerezza che ho avuto in dono e lasciato fuggire. Consumare le lacrime vane e conservarle per gioie inattese. E credere fermamente che ne avremo. Dimenticare i sogni impossibili. E credere fermamente che non esistono sogni impossibili. Godere di ogni istante, saper guardare il tempo che cambia i volti che amo e trasforma con loro anche il mio. Amarmi. E saper amare. Piangere per un libro, una canzone, una parola, un gesto, una poesia regalata. Essere buona per scelta faticosa e razionale perchè non lo sono per indole. Desiderare. Finalmente il "sì". Stare vicini, insieme, d'accordo. Abbracci. Coraggio di pronunciare le parole che si desiderano dire e coraggio per ascoltare quelle che

"no"

Preparare un nido per un uccellino che non sarà nostro. Decidere che è ora di regalare tutto, compresa la speranza. Non se se riuscirò a farlo senza morire un po'...

Buon Natale

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"Nel tuo silenzio accolgo il mistero venuto a vivere dentro di me sei tu che vieni o forse è più vero che tu mi accogli in te, Gesù" Caro Gesù, mentre fuori nevica e la nostra casa profuma di biscotti alle spezie, mentre i bimbi dormono e finalmente saremo tutti insieme per diversi giorni, ti penso e penso a tutta la vita che nasce intorno a me. Vorrei essere capace di restare semplicemente in silenziosa accoglienza così da sentirmi parte di questo piccolo miracolo che si ripete con meravigliosa costanza quotidiana. Vorrei riuscire a sentirmi grata per il solo posare lo sguardo su tanto piccolo prodigio. Vorrei saper rendere grazie del dono di cui sono parte. Vorrei un regalo e la capacità di chiederlo e di accoglierlo. Vorrei dissetare la mia aridità. Vorrei che la vita si posasse su di me come la neve che stanotte ricopre il mio panorama. Caro Gesù, nel renderci capaci di dirti grazie per quanto già abbiamo, rendi felici quanti amo; falli stare bene, e tieni

Snap

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Il buon cioccolato, quando lo spezzi deve fare "snap" e quando lo assaggi deve sciogliersi rapidamente e lasciare il suo aroma a lungo. Anche il cuore quando si innamora deve fare "snap", deve potersi sciogliere rapidamente e sentire a lungo un fremito caldo. La mente, invece, se è felice fa "tin", ma quando è intasata da troppi inutili pensieri e cerca di alleggerirsi un po', scrive post come questi.

Il peso del corpo

"Il peso del corpo" e' un bellissimo titolo per un buon libro. Lo prendo a prestito per provare a dire il senso di estraenita' che sento per me stessa. E' la prima volta che non riesco ad interpretare i segnali confusi del mio, di corpo. E non sto reagendo bene. Ci si puo' sentire abbandonati da qualcosa che ci appartiene tanto come il nostro corpo? Ecco, io sento la mancanza del dialogo con il mio corpo.

Tutto quello che vorrei...

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Qualcuno si è affacciato alla mia porta solo per "guardarti un po'". Mah!

Marmellata di castagne

Accade che tutto quello che ti ruota intorno sembra parlare proprio a te. Accade che gli incontri, le letture, gli sgambetti e le corse sembrino un unico filo da seguire. Invece mi sono persa. Succede di aver paura di dormire e desiderare un sonno lungo un giorno intero. Succede di sentire i pensieri farsi nebbia e gli occhi farsi sempre più grandi. E non riesco a vedere. Capita di perdere pezzi di sè. Di dimenticarli sparsi per il piccolo mondo che si è vissuto. Capita di riflettersi in uno specchio e non riconoscersi. E spaventarsi. Ho perduto il mio confine. Occorre essere saldamente ancorati ai giorni, non perdere un minuto del tempo che corre sempre un po' più in fretta di te. Occorre avere risposte sincere alle domande più differenti. Occorre ascoltare la propria voce e modularla con attenzione. Invece esplodo. E mi detesto. Si scoprono verità inattese. Che si hanno polpacci deformi, che si temono parole di quotidiana conversazione, che il profumo della marmella

L'attesa

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Questa è l'ora del sonno. Dovrei spegnere il pc, la luce, i pensieri. Temo i miei sogni e il mio sonno che non è mai abbastanza. Temo il risveglio pesante e una mattina che vorrei saltare a pié pari. Ho letto parole che mi hanno ferito molto e fatto sentire molto colpevole. Parole che avevano una ragione di essere scritte, ma che avrebbero dovuto essere pronunciate. Non so se avrei avuto la forza di ascoltarle. Hanno lasciato una ferita che difficilmente si curerà. Le lacerazioni lente e centellinate non guariscono. Certamente non con i silenzi. Io non smetterò di desiderare un altro bambino solo perchè posso capire le ragioni che lo rendono impossibile. E non smetterò di sentire questo dolore sterile come un muro da abbattere fra noi. Non smetterò di piangere leggendo un buffo blog di attesa o di faticare, non immagini quanto, ogni mattina che mi costringe ad incontrare la pancia di un'amica. Anche adesso scendono lacrime, ed è perchè per questo non so piangere con te.

Poesie, nuovi arrivi e silenzi

Francesco ha preso un'antologia di Ungaretti e mi ha chiesto di cercargli una poesia di Leopardi. Gli ho letto qualcosa aprendo i libri casualmente. La musica di Leopardi lo ha fatto tacere oltre le sue capacità; di Ungaretti ha apprezzato la concisione. Ne abbiamo parlato, e lui mi ha detto che non capisce: di uno le parole, dell'altro il significato. Gli ho detto di ascoltarle con il cuore. La vera poesia è stato il suo pensiero. Una tartarughina d'acqua abita da oggi con noi. Sembra confusa. E' piccolissima. Vorrei il coraggio di riempire la casa: uccellini e coniglietti. La loro gioia intorno alla vaschetta riscaldata mi ha riempito il cuore. Per il resto..."Anche questa notte passerà..."

Email

Apro la posta sperando sempre di trovarti. Non ci sei. Anche stasera la delusione si è sciolta nella mia sciocca testardaggine di non rinunciare alle illusioni. Spengo tutto. Anche stasera mi abbraccerà un libro e il lieve senso di nausea per il pensiero di tutte le parole che hai regalato ad altre che non sono io, di tutte le pagine riempite con un altro nome, di tutti i pensieri che non sono riuscita ad avere. Lo so. E' giusto così. Perchè dovrebbe essere diverso? La mia cattiveria ferisce anche me. Ho finito di svuotare la tua valigia, qualche tempo fa. Non ho mai capito se le distrazioni sono davvero casuali o invece il risultato delle parole che non vorremmo dire.
Lo so. E' la pancia a dirmelo. Io sono stata tradita. Forse qualche anno fa, forse ieri, ma la mia pancia lo sa. Lo ricorda e lo vive. Sono state parole regalate ad altre diverse da me, pensieri per i quali ero pesante ingombro. Forse sono stata trasformata in un minuscolo angolino di vita altrove, lontana chilometri di treni e aerei. Pero' lo so. E non mio servono conferme o smentite. Lo so. Lo sopporto? Solo quando la mia pancia, e il senso di nausea, me lo permette. Solo quando il mio cuore lo dimentica. E' il pensiero di te che desideri altro da me. E' il pensiero di me che non so farmi desiderare da te. E perchè proprio stasera?

Giovedì

Il cielo superbo di freddo non ha reso più facili questi giorni. La sera ci sono nuvole che allargano il cuore e il profilo delle montagne al tramonto riempiono di bellezza lo sguardo. I miei occhi però sono pesantissimi: per il poco sonno e il troppo inutile pensare. Non cambia niente. Non si cresce. Non si impara. L'utimo mese si è consumato in pesante velocità. La fine delle lunghe vacanze estive e il primo giorno di scuola. Riuscire ad essere faticosamente tutti sotto lo stesso cielo dopo molti giorni di familiare sparpagliamento. Improvvisare un viaggio di sentimenti e di colori e altri cieli infiniti e città minuscole e monumentali. Non riconoscere una piazza che era illuminata da mille candeline rosse a ricordo di un ragazzo che così poteva vivere ancora e che ora è invece accecata di mille vetrine. Campagna infinita e i colori dell'autunno. Adesso il freddo. E cuore confuso.

Unica risposta

Urlo. Sussurro. Ringhio. Bisbiglio. Silenzio
Cammino nella nebbia e forse non mi accorgo della scia di buio che lascio dietro di me. Cammino nella nebbia fitta, con la luce trasparente e palpabile delle mattine brumose. Cammino nella nebbia e mi perdo e ritrovo e perdo briciole di cuore e parole e momenti preziosi. Cammino nella nebbia e non mi sento sola come dovrei. C'è tanto vento questa notte. E la mia testa è confusa per una volta più dei miei pensieri. Cadranno le foglie ancora verdi con questo vento? Cadranno i miei pensieri con il sonno quando finalmente verrà? Non mi piace sentirmi leggere pensieri che non ho o che non voglio avere. Non mi piace sentirmi circoscritta in un disegno già tracciato. Sono vulnerabile come vetro scheggiato. Ho desideri minuscoli come frammenti di parole che si iniziano a scrivere per lasciarle a metà. Ho paura di non riuscire a vedermi , perchè non è quello ciò che io vedo. E non sono abbastanza ferma sulle mie gambe per voltarmi altera e dire che sono altro, che penso altro. E c

Finalmente

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Tutti insieme. ...o quasi...
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Le parole non dette riempiono gli anni fino a diventare una vita intera. Quando decidono di non essere più pronunciate? Quando si fermano ad un sospiro dall'essere dette? E perché se anche non si sillabano più, non si scordano? non se ne dimentica il suono? non si smette di sentirne la mancanza? Le parole non dette sono gli abbracci che restano vuoti. Se non vengono pronunciate le parole muoiono. E gli abbracci vuoti? Diventano desiderio. O rimpianto? Stringere una mano, abbracciare solo per sentire il battito del cuore, accarezzare. E dire: ti voglio bene.

Ritorno

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Le mie lunghe vacanze hanno lasciato posto a questi lunghissimi giorni silenziosi, scanditi dal pensiero dei bimbi che giocano e giocano e giocano ancora. I propositi di definitive pulizie di pre-autunno cedono senza rimorsi alla lenta pigrizia del fare nulla che non sia necessario, quasi una sorta di letargo in attesa delle usuali giornate frenetiche del resto dell'anno: il conto alla rovescia è iniziato. Silenzio fin troppo intatto. Ascolterò musica. E canterò senza timidezza. Sono tornata. Sono qui. E' il mio pensare che girovaga per il mondo tra gli Appennini, Roma e l'America. Sono tornata e la mia luce è accesa, le finestre aperte a fare entrare l'aria trasparente di queste bellissime giornate di fine estate. Sono tornata per restare. Per incontrarmi e regalarmi tempo.

Vacanze

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Tra il mare e la montagna ci sono stati giorni caldi, lunghi e sudati. Per un po' la casa è stata disordinatamente affollata, poi disordinatamente silenziosa. Da domani i caldi colori dell'Appennino, i profumi di cucina che mi ricordano la mia nonna e magari, dopo ferragosto, la prima pioggia ad annunciare l'autunno. Dovrei fare la valigia, preparare leultimeduemilacose...Invece sono qui con il calore del pc e un ventilatore blu a pensare che sono stanca anch'io, che ho fatto tanta fatica anch'io quest'anno e che vorrei che qualcuno ci credesse davvero, perchè sono esausta. Invece mi viene sempre ricordato che altri sono quelli che davvero lavorano, altri quelli stanchi, altri quelli affaticati, impegnati, stressati. Odio i miei sensi di colpa! E, ancora, sono circondata da donne con meravigliose pance piene di vita mentre io ho preso appuntamento per la mia prima mammografia e vedo il mio desiderio inaridirsi e diventare come marchio a fuoco su

Regalo

"Maestrale" S'è rifatta la calma nell'aria: tra gli scogli parlotta la maretta. Sulla costa quietata,nei broli,qualche palma a pena svetta. Una carezza disfiora la linea del mare e la scompigli un attimo, soffio lieve che s'infrange e ancora il cammino ripiglia. ...

Primo giorno d'estate

Cielo terso di luce sulle montagne e, sopra di noi, questa trasparente nuvola gialla di tramonto che porta un lieve ticchettio di pioggia: le streghe si stanno lavando i capelli. Fa quasi freddo sul mio terrazzino e la pelle rabbrividita cerca calore in un insolito plaid. Tutti a letto presto, stasera. Sono stati giorni intensi e pieni. Domattina all'alba sarò ancora qui. Ora mi rifugerò tra cuscini e coperte con un libro per non pensare e provare a non sentirti così lontano. La tua voce, poco fa, mi è sembrata un dono insperato e troppo breve per essere afferrato. Ascolto la pioggia che da sempre mi fa sentire meno sola e mi riempio di luce calda e aria fresca. E non so fare a meno di pensarti.

"Divertiti"

"Divertiti" "Spero solo di staccare. Ho questo obiettivo. Tanti parchi...Non ho neanche un libro. Staccare" Mi sento sola. E un po' tradita.

Notte scura

Il dolore acuto di questi giorni lascerà segni profondi. Nei miei occhi stanchi, nelle mie mani trattenute, nelle mie parole perse. Non so quale sia la mia colpa originale da espiare e vorrei saperlo fare in totale e isolata solitudine. Invece sono qui. Contagiosa e contaminata. Voglio una risposta sola e lunga come una vita. Voglio un sì. Vorrei saper accogliere con amore il no. Voglio porte aperte. Vorrei saper lasciare chiuse le porte che ho preso in faccia. Vorrei una voce costante e colorata di musica. Voglio rassicurazione e fierezza. E consapevole gioia tranquilla. Quando finiranno di scendere le mie lacrime senza che sappia trattenerle? Quando tornerò a sentire il mio cuore serenamente leggero? Domattina mi alzerò presto e inizierò la giornata nel frastuono degli uccelli, su questo terrazzo da dove scrivo e dove cerco un refolo che mi porti via i pensieri neri come il cielo di stanotte. Pioverà? Incredibile come tutto continui sempre e comunque... Posso sorridere, m

Tagli

Un taglio deciso. ad estirpare un utero sterile e svuotare gonfi pensieri. Un tagio netto. a svuotare seni come noci secche. Un taglio solo e definitivo. E una ferita. per sanguinare a vista.
sfinita. e vuota.

post

quello che assolutamente mi manca è la disciplina necessaria ai sogni. è perchè non riesco a smettere di credere ai miracoli. sto malissimo

Chiudere le porte

Non so da dove cominciare. Non so neppure perché cominciare... Non so il senso di miei pensieri raccontati a me soltanto, persi nel vuoto cosmico che mi circonda, che fanno eco nella mia testa e lì si fermano. Però se non lo faccio qui continuano a rimbalzarmi dentro, e allora ci provo, con ancora la minuscola speranza di un minuscolo miracolo. Ancora una volta ho toccato la mia estraneità. Il mio non essere in grado di conservare e far crescere relazioni di amicizia. Forse sono anche un po' gelosa, perché non capisco cosa ci sia di tanto diverso e sbagliato in me da impedirmi di essere parte, di sentirmi parte. Ed è sempre stato così, da sempre. E da sempre, a momenti, fingo di dimenticarlo e poi BUM! mi si chiude una porta in faccia. E non so raccontarlo perchè piangerei, e poi a chi? Sono assolutamente, irrimediabilmente sola. Da sempre. E non riesco ad abituarmici. Sopravvivo e affondo e poi sopravvivo per affondare ancora. Non credo che le rivedrò più. Gli ultimi anni son

Parlo da sola. Come sempre

Scrivo parole che cancello in un clic sperando di cancellare nello stesso modo i miei pensieri. Devo devo devo devo. Se fingo che tutto vada bene, tutto va bene. Intorno a me tutto va bene. E' dentro che sono a pezzi, e quando mi guardo allo specchio è questo che vedo: pezzi scomposti. Desideri inespressi o negati. Minuscoli gesti mancati. Gesti attesi e non trovati. Però se riesco a fingere che tutto vada bene, tutto va bene. Almeno intorno a me. Falsità che salvano la vita. Non mi concedo nulla. Nessuna attenuante, nessuna giustificazione. E' colpa tutta mia. Che non so staccarmi da me e dal mio invadente egoismo. E' tutta colpa mia che non so vedere dalla giusta prospettiva. Stanotte non sono riuscita ad implodere e mi sto sciogliendo lentamente, ma poi ritroverò i miei pezzi e con molta attenzione, per non ferirmi a morte, tornerò a guardarli e a riconoscermi. Sarò pezzi di me. Del mio cuore, dei miei pensieri, di mie parole non dette e di quelle non ascoltate. S
Ho spalancato la finestra e lasciato entrare l'aria, la pioggia mista a grandine, il brivido sulla pelle calda e ho sorriso. Come ora.

A te

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A te che sei l'inevitabile amore della mia vita. A te che mi confondi e mi regali certezza. A te che mi chiami raramente per nome e la tua voce mi da brividi sottili. A te che hai labbra morbide e braccia grandi. A te che nei ricordi sembri essermi sempre stato vicino. A te che non sopporto e non so farne a meno. A te che vorrei e che poi non vorrei. A te che parli e hai infiniti silenzi. A te che non rispondi mai alle mie email, ai miei biglietti, ai miei sussurri. A te che ho scelto di amare perché era il mio solo possibile destino. A te che collezioni francobolli e pensieri sparsi. A te che vorrei diverso ed esattamente come sei. A noi. Per non perdere la consapevolezza del dono.
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Ora spengo la luce

Così come solo chi è davvero coraggioso trema ma sale lo stesso sul proprio ottovolante, così la bontà più autentica è probabilmente quella di chi la vuole fortemente. Quasi ridere di una dimenticanza prima tanto pensata; fare una telefonata complicata o non farne una desiderata ma inopportuna. Decidere di dimenticare, di sorvolare. Scegliere di apprezzare un momento e scordare giorni interi. Gesti e pensieri minuscoli ma quotidiani. Gesti e pensieri conquistati con fatica e tenacia. Inseguiti a lungo e non sempre raggiunti. Gesti e pensieri buoni perchè voluti ma non costruiti. Tutto il resto è ingenuità, candore. Ed è di pochi. Oggi penso di essere stata buona, io che buona non sono. Che parlo e taglio, mi ascolto e mi mordo. Prima di spegnere la luce penso che oggi sono stata buona. Ed è la prima volta che questo pensiero mi appartiene con lucidità.

Odori buoni

Il caldo di un respiro lieve. Piedini sudati che non smettono di giocare neppure dormendo. Il calore sottile che sale dai capelli arruffati. L'odore fermo di pupazzi dal pelo consumato da tanti abbracci e tante coperte. La notte scorsa una "Mareggiata" voleva ritardare il mio sonno: mi sono sdraiata pochi minuti in mezzo ai mie buoni odori e i miei sogni sono diventati leggeri. Oggi sono passato in biblioteca...

Troppa cioccolata

Ritorno dalle brevi vacanze pasquali più stanca di quando sono partita. E con i pensieri gonfi dei racconti condivisi.

Riflesso

Tu, che non mi appartieni, che sei parte di me e non ti conosco: come sei quando i miei occhi non possono seguirti? Come ti muovi, come occupi lo spazio, come moduli la voce? Quali fili di pensieri segui? e da quali ti lasci rapire? Tu, che ti porti nel cuore già tante domande e guardi la tua immagine riflessa in un vetro per imparare a riconoscerti. Che desideri condividere segreti e cerchi una grande amicizia. Che mi somigli tanto da fare male. Vorrei avere parole giuste per te, vorrei liberare il tuo cammino da tutti i sassi che ti faranno inciampare perchè hanno già fatto cadere me. Vorrei svelarti la tua fierezza e riempire di sole le giornate nebbiose in cui sceglierai di entrare. Vorrei regalarti il suono della tua voce come lo sento mentre mi abbracci e mi parli all'orecchio. Vorrei tu fossi diversa da me, perchè conosco le delusioni che incontrerai, le insicurezze che ti bloccheranno. So le lacrime che spenderai al buio e sento i pensieri che ti recitarai e che non tro

sabato e domenica

... asolando ...

5 anni quasi 6

"Per il tuo compleanno ti faccio tre regali: il mio cuore, il mio amore e i miei bacini. Poi, se riesco, anche qualcosina tipo un mazzolino di fiori. Raccolti,così, nell'erba..."

Nostalgia

Più di ogni altra cosa, mi manca la tua voce calma; e la risata contagiosa. E il profumo di morbido del tuo abbraccio.

Primavera

Splende il sole e le montagne sembra di poterle toccare. Io sono al buio. E' tutta una finzione. O una menzogna. Mi illudo di riuscire ad essere un po' luce. Mento.

Aria di temporale

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Il cielo aspetta l'acqua. Anch'io. La luce e' di attesa. L'aria in movimento. Il primo temporale lo ricevo ogni volta come un dono, ma oggi arrivi tu e arrivi dal cielo. Questo dono spero di accoglierlo fra le tue braccia.

Paura

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Per due giorni ho respirato con calma. Per due giorni ricacciare indietro le lacrime e i morsi è stato quasi facile. Per due giorni. Forse tre. E oggi?

Buio

Anche questa cattiveria che mi gonfia il viso nel trattenere il respiro è strettamente femminile? Implodo fino a soffocare. C'è il sole, oggi. I primi fiori sui rami e le violette nei prati. Dovrei lasciarmi contagiare dal pizzicore che la primavera porta alle mie narici. Invece mi sento nera come la pece, uggiosa come novembre. Credo di non riuscire nemmeno più a fingere come un tempo. Mi sento sul punto di scoppiare e so che non lo farò. Che lacererò il mio cuore e il mio pensare fino a distruggerli. Con un'agonia lentissima che li terrà in vita per un miracolo. E poi farò come sempre: come nulla fosse. Urlo in silenzio e la gola mi duole come se avessi uralto davvero, e fortissimo. Trattengo le lacrime e i miei occhi si svegliano gonfi come se nel sonno avvessero pianto. Sul mio viso non trovo l'espressione che cerco. Eppoi il senso di colpa. Il lancinante senso di colpa che mi accompagna in ogni istante. Per il semplice fatto di esistere come esisto. E l'in

...e i cocci sono suoi

Cos'è che mi rende tanto faticoso alzarmi e affrontare la giornata? Cosa mi impedisce di sognare sogni belli? Cosa mi fa urlare in auto e avere la gola rauca e la voce come sempre? Cosa mi corrode, mi consuma, mi impedisce di essere serena? Cosa mi rende cattiva? Invidiosa? Incapace di serenità? Cos'è che mi riempie di sensi di colpa verso chi mi sfiora lacerando la mia pelle? Urlo in silenzio e mi spacco. Mi frantumo e raccolgo da sola i cocci.

Felicità

...Svegliarsi alle 3.15 e sapere di avere ancora tempo per dormire.

Reazioni

Il rimprovero:"Cosa hai fatto??!!" La preoccupazione:"Cos'è successo?" Lo sconcerto:"Cosa ti sei fatta?!" L'ammirazione:"Che coraggio!" Vabbè, sono proprio corti, però... p.s. In famiglia è andata meglio. Mi amano molto.
...e, in dono, un ranuncolo giallo.

Copia e incolla

L'estensione ignota dei miei bisogni mi spaventa. Non so quanto grandi siano o quanto alti, so solo che non vengono soddisfatti. Se vuoi misurare la circonferenza di una goccia d'olio puoi usare la polvere di licopodio. Ecco cosa cercherò. Un barattolo di polvere di licopodio da spargere sui miei bisogni per scoprire quanto sono grandi. J.Winterson

Citazione

"Smettila di chiedermi quello che non posso darti." ... "Ma come faccio, se ne ho bisogno?" Ecco. Forse è per questo che l'altra notte sono stata tanto male. Perchè casualmente ho ascoltato la banalità che mi porto dentro.

No

Guardo un film francese che racconta delle donne e degli uomini. Un film francese, appunto. Tu dormi e io resto sveglia. Io crollo e tu lavori ancora. Un'alternanza perfetta. Chicco ha imparato ad andare in bicicletta; è caduto e si è rialzato per ripartire subito. Alice si è disperata perchè non si sente compresa. Io ho avuto questo minuscolo tarlo dentro per tutto il giorno. Tu hai scelto il silenzio. Non ci sono parole, discorsi, confronti. Tutto già detto. Tutto già sentito. Devo solo riuscire a scavare un buco più profondo e a coprire tutto di terra nuova e erba e fiori e corse in bicletta. E a non pensare a quello che ho lasciato lì sotto. A volte ci riesco quasi, sono ad un passo dal riuscirci. Solo che non sono sicura di volerlo. E il mio ombelico mi circonda.

Quando ho letto quel piccolo "sì", il mio cuore si è spaccato in due. Una parte ha iniziato a fare capriole di gioia commossa; una parte ha abbracciato stretta l'altra perchè non si facesse male nel troppo saltare. Alla confusione ha partecipato anche la mente. Non poteva essere così. Non dovevo crederci. Uomini e donne parlano parole differenti anche quando hanno lo stesso suono. Uomini e donne si incontrano grazie a misteriose alchimie che nessuno conosce: bisogna solo accoglierle quando si riconoscono. Quest'uomo e questa donna si amano come sanno. Non c'è altra misura nell'amore che l'amore stesso. E questo colma il silenzio, le risposte non date o quelle sbagliate solo per chi le ascolta. Quest'uomo e questa donna hanno un miracolo fra le dita. Hanno un amore che maltrattano eppure non li abbandona. Questa donna ha un vuoto che le riempie i desideri di un grande pensiero. Che le impedisce di pronunciare alcune parole, che la obbliga a di
E adesso, il silenzio. Spero.

Valzer

Il dolore per non sentirsi parte e' forse paragonabile solo a quello per un'assoluta empatia. Completamente dentro o del tutto fuori. E' la consapevolezza che rende lucida la mente e che attanaglia il pensiero. E' per sopravvivere che si sceglie, si scarta, si chiudono gli occhi? E' una scelta o e' indifferenza? E' colpa o incapacità? Ci sono domande che risuonano per anni e che non possono trovare risposta se non nel silenzio. Qualsiasi risposta sarebbe ingiusta. Ci sono dolori che continuano a sanguinare senza mostrare ferite. Qualsiasi unguento sarebbe inutile. Ci sono ferite tanto lacerate da rendere indistinguibili le membra ancora sane. Qualsiasi cura sarebbe vana? Esistono giustificazioni? Sono concesse giustificazioni? O è l'inevitabilità del dolore la sola risposta possibile? L'inevitabile ripetersi della storia la sola giustificazione che fingiamo di trovare? Per quasi tutta la notte ho sognato di danzare. Un valzer.

Romanzi

Vorrei saper respirare come respirano le protagoniste dei romanzi della Austen.
Ho dormito davvero troppo poco e troppo veloce, e brusco, è stato il risveglio. Anche questa tastiera mi sembra confusa e tutto quello che mi si muove intorno sembra invertito. Fino a un'ora fa sono riuscita a fingere bene e perfino a lavorare. Poi sono uscita e ho comprato una piccola primula rosa per una nuova bambina. E giacinti bianchi, che ancora devono aprirsi, per me. Aspetto il loro profumo. Il mio riposo. La primavera.
Per amare serve coraggio. E un pizzico di audacia. Per amare serve la libertà da noi stessi. E molta fiducia. Amore basta a se stesso. Noi, da soli, non bastiamo.

Appuntamento

Attendo. E tremo. Aspetto. E immagino. La mia immaginazione è più veloce dei miei movimenti; che sono timidi e impacciati. I miei pensieri sono più audaci delle mie frenate parole bisbigliate e quasi non dette. Ho un appuntamento. Ci riconosceremo? Non avrò rose tra i capelli. Non avrà fiori imbarazzati. Sapremo dire i nostri nomi con l'intimità che solo i Nomi possono avere? Ho un appuntamento. Gli piacerà il mio profumo? E il mio odore? Muoverò con garbo le mani? La mia voce troverà il giusto tremore? Ho un appuntamento. Mi prenderà come se fossi una colomba? Ho un appuntamento. E non mi chiederò come mai.

Ieri

Domenica di cielo terso e aria freddissima. Di colori tanto brillanti da dover socchiudere gli occhi. Domenica di confusa cucina e scompigliate chiacchiere. Di musica e voce e nostalgia.

Venuto al mondo

Ho scritto. Mi ha risposto. Grazie!
Prima di uscire spalancherei le finestre e le lascerei così anche con il freddo di questi giorni. E accompagnerei i bimbi a scuola sempre a piedi sorridendo con loro al vento che prova a bloccare le nostre solite canzoncine mattutine. Poi, tornata a casa, avrei il tempo. Per ogni cosa. Ascolterei la radio o un po' di musica mentre potrei finalmente avere la casa come desidero. Mi siederei sulla mia poltrona con il mio libro del momento o soltanto per guardarmi intorno. Qualche mattina uscirei. A piedi o in bici. L'auto solo per necessità vera. La biblioteca con calma. La spesa con calma. La piscina con calma. Avrei il tempo di cucinare con la cura e la dedizione necessarie. Potrei apparecchiare con delicata attenzione ai particolari. Nessun arretrato di panni da stirare. ...Avrei tempo con cui giocare invece che sentirmi giocata.