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Visualizzazione dei post da ottobre, 2008

Ci siamo anche noi

Guardo le foto dalla stampa, ricevo sms dal corteo, compero il mio giornale. E parlo: con tutti quelli che incontro. Comunque la pensino. E per la prima volta da tanto tempo mi sento legittimata a urlarlo forte, il mio pensiero. Come se fosse caduto un velo che, da queste parti, si indossa per sparire un po' e farsi notare il meno possibile. Non è più così. I visi che vedo sono belli e colorati. Come i bambini che oggi non sono andati a scuola. Che si sentono orgolgiosi di essere in banco con un compagno che ha bisogno del loro aiuto. Oggi c'è un cielo che potrebbe essere qualsiasi cielo. Come la nostra attesa, il nostro partecipare e non mollare.

Lentissimamente

Lentamente mi muovo per dilatare i minuti perché diventino ore e la mia giornata finisca. Premo i tasti di questo vecchio pc per vedere le parole comparire molto più lentamente di quanto non scorrano i miei pensieri. Freneticamente stampo pagine e pagine che non riesco a leggere per fingere di essere parte al mondo, piccolissimo, che mi gira intorno. Lentamente respiro per non soffocare nei desideri che non posso permettermi, nelle parole che non so dire, nella vita che così com'è non mi appartiene ma mi possiede. Velocemente guardo passare la gioia che dovrei sentire per tutto quanto di bello adorna le mie giornate: canzoni in coro andando in bicicletta, letture dimenticate da tanto, baci che non bastano mai e arrabbiature tanto inutili da far sorridere. Pianissimo mi muovo correndo per non accorgermi che sto precipitando. E anche precipitare è un desiderio che non posso permettermi.