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Visualizzazione dei post da ottobre, 2005

Fotografie

La mia già per altro poca autostima viene messa a dura prova da foto che mi ritraggono. Non mi riconosco e mi spaventa l'idea di essere invece riconosciuta. Comincio a capire perché non vengo quasi mai avvicinata: sono disperata, di una tristazza pesante che fa temere il contagio. Non riconosco il mio viso, le mie espressioni. Se mi guardo allo specchio vedo una persona differente. Allora penso di non essere nessuno. Perchè se neppure io sono consapevole di me come posso esistere per gli altri? Eppure posso essere solo in quanto altri mi riconoscono e mi vedono (magari dopo mesi qualcuno si accorge di un drastico taglio di capelli). Ma se posso essere solo perché presente nella vita di altri da me, io non posso essere. Non ho altri a riconoscermi, ad incontrarmi. Sono ingiusta. Ho molto amore dentro la mia stanza, ma se apro la porta? Se apro la porta non trovo nessuno e scompaio. Oppure divento il viso di quelle foto. Io non voglio essere quel viso. Voglio avere colore e luce.

Misure

Vorrei possedere il metro universale che indica il giusto peso degli accadimenti. Ridere teneramente con i sorrisi che mi circondano e sorridere degli sguardi perduti. Dò eccessiva importanza a tutto. Persone, parole, incontri. Tutto diviene definitivo nella mia fantasia. Desidero essere importante per persone per le quali non sono, giustamente, che una cara presenza marginale. Oggi, finalmente, Giovanni ha detto che sì, sposerà Alice, da grandi. Ecco. Chiedere a chi ci piace per i più disparati motivi di volerci bene. Bisogna essere fortissimi, amarsi molto, trovarsi belli. Io mi sento un po' come le foglie ancora verdi sui rami ma vicine a diventare gialle e cadere. Amo l'autunno forse per questo o per i tanti giorni trascorsi con Paolo a calpestare boschi di faggio e castagni... Il rosso infuocato del sentierino alle Fonti prima che ritrovassero vita nelle gite della domenica dei villeggianti. L'odore della nebbia e della legna bruciata. La casa fredda e il divano c

Ritorno

Una città che in un solo giorno riempie un'intera vita. Viali infiniti, cupole dorate, ponti tra i colori dell'autunno. Tanta, tanta gente. Eppoi i pastelli di Degas e i vortici di colori di van Gogh. E Vermeer. Finalmente! Sentire la possibilità di dare ali ai propri sogni. Fotografare tetti, insegne. E baci. Allora mi domando perchè stasera ho voluto comporre quel numero di telefono che non desideravo. E mi domando anche dov'è che sbaglio e perchè non conosco numeri che desidero comporre. Ho guardato e riguardato le foto per ritovare il profumo di quell'aria che delineava così bene i confini della mia persona. Chiudo gli occhi e i colori riempiono i pensieri: finalmente! Andro' a stirare...