Post

Visualizzazione dei post da 2005

Fotografie

La mia già per altro poca autostima viene messa a dura prova da foto che mi ritraggono. Non mi riconosco e mi spaventa l'idea di essere invece riconosciuta. Comincio a capire perché non vengo quasi mai avvicinata: sono disperata, di una tristazza pesante che fa temere il contagio. Non riconosco il mio viso, le mie espressioni. Se mi guardo allo specchio vedo una persona differente. Allora penso di non essere nessuno. Perchè se neppure io sono consapevole di me come posso esistere per gli altri? Eppure posso essere solo in quanto altri mi riconoscono e mi vedono (magari dopo mesi qualcuno si accorge di un drastico taglio di capelli). Ma se posso essere solo perché presente nella vita di altri da me, io non posso essere. Non ho altri a riconoscermi, ad incontrarmi. Sono ingiusta. Ho molto amore dentro la mia stanza, ma se apro la porta? Se apro la porta non trovo nessuno e scompaio. Oppure divento il viso di quelle foto. Io non voglio essere quel viso. Voglio avere colore e luce.

Misure

Vorrei possedere il metro universale che indica il giusto peso degli accadimenti. Ridere teneramente con i sorrisi che mi circondano e sorridere degli sguardi perduti. Dò eccessiva importanza a tutto. Persone, parole, incontri. Tutto diviene definitivo nella mia fantasia. Desidero essere importante per persone per le quali non sono, giustamente, che una cara presenza marginale. Oggi, finalmente, Giovanni ha detto che sì, sposerà Alice, da grandi. Ecco. Chiedere a chi ci piace per i più disparati motivi di volerci bene. Bisogna essere fortissimi, amarsi molto, trovarsi belli. Io mi sento un po' come le foglie ancora verdi sui rami ma vicine a diventare gialle e cadere. Amo l'autunno forse per questo o per i tanti giorni trascorsi con Paolo a calpestare boschi di faggio e castagni... Il rosso infuocato del sentierino alle Fonti prima che ritrovassero vita nelle gite della domenica dei villeggianti. L'odore della nebbia e della legna bruciata. La casa fredda e il divano c

Ritorno

Una città che in un solo giorno riempie un'intera vita. Viali infiniti, cupole dorate, ponti tra i colori dell'autunno. Tanta, tanta gente. Eppoi i pastelli di Degas e i vortici di colori di van Gogh. E Vermeer. Finalmente! Sentire la possibilità di dare ali ai propri sogni. Fotografare tetti, insegne. E baci. Allora mi domando perchè stasera ho voluto comporre quel numero di telefono che non desideravo. E mi domando anche dov'è che sbaglio e perchè non conosco numeri che desidero comporre. Ho guardato e riguardato le foto per ritovare il profumo di quell'aria che delineava così bene i confini della mia persona. Chiudo gli occhi e i colori riempiono i pensieri: finalmente! Andro' a stirare...

Divagazioni prima di dormire

Penso a cosa potrei cucinare. Chi vive meglio? Chi inconsapevole dei propri limiti attraversa la strada con aria credibilmente baldanzosa o chi consapevole dei buchi neri che decorano il cervello si improvvisa venditore di fumo? Non so perché ma "fumo" ha richiamato alla mente il profumo del tabacco che il mio nonno paterno usava per la sua pipa. Profumo di buono che contagiava anche le caramelle che mi diceva di prendere dal cassetto del comò. Quel comò ora è nella mia camera e ha il mio profumo. Sono passati tanti anni e questa sera ho incontrato la leggerissima lacrima che non ho trovato quando ho perso un nonno troppo vecchio per una bimba troppo piccola. Mi mancano tante persone.

Vuoto a rendere

Allungo la mano nel buio e incontro il muro; freddo anche a giugno. La mia testa appoggia sull'impronta di un'altra testa: odore di borotalco. Se il mio buio potesse essere vuoto...Immagini, colori, parole. Visioni. Nelle fessure della mia finestra trovano facile spazio il rumore dello scorrere del "mio fiume", il profumo dei gerani la mattina presto, la luce del sole grigio di queste prime giornate estive. E l'estate è arrivata con il profumo della pioggia di oggi, a lavare via l'ipocrisia per i pensieri non detti, a cancellare l'appiattirsi di chi per nascondersi finge di essere altro, di pensare altro. Pensare se stessi o delegare il proprio pensare. Smarrimento. Come la mia mano che cerca in un buio pieno di ombra e trova cio' che non vorrebbe per poter sognare il desiderio

il girasole

Tutte le cose che brillano sono occhi di Dio. Tutte le cose che si muovono sono parole di Dio. Ogni cosa ha tutto da insegnare al nostro presunto risveglio. Verdi sono i pensieri di Dio quando sono foglie, gialli quando sono girasoli. Eppure essi splendono separati e lontani dalle mani con le quali Dio tesse. I miei passi sulla terra sono leggeri eppure echeggiano nello spazio, nei terribili abissi che vedono Dio da quel lato mai trovato. I miei sogni sono baci di angeli. Mi tioccano dolcemente il cuore, silenziosi adombrano carezze. Sono la mia parte più divina. C'è un fiore nella mia mano. Non è colto nei campi. Dio guarda e può capire, perchè egli è il sognatore che costruisce. Egli sa come nascono i sogni, sa come i fiori diventano allegri. Guarda: alzo la mia coppa e Dio mi dà il vino che mi fa impazzire. Fernando Pessoa. Anche per me. Anche questa sera.

incontri

Addio...Invece io penso sempre di allungare una mano e trovarne una pronta a stringere la mia. Ho la memoria piena di volti incontrati per caso: dal medico, durante un viaggio in treno di molti anni fa, per la strada. Volti che non dimenticati diventano incontri. Magari incontri mancati, ma pur sempre presenze. A volte mi sembra faticoso; a volte una presa in giro, vista la mia ormai certa trasparenza: di me quasi nessuno ricorda il nome e, a volte, neppure ricordano l'incontro. Ha importanza? La mia curiosità mi portava, quando il tempo potevo perderlo alla luce del sole, ad ascoltare per ore parole di chi non conoscevo, cercando di immaginare quelle vite che mi sfioravano senza neppure saperlo. Ricordi? Come d'estate quando le finestre restano aperte e portano in strada rumori di famiglie che sembrano, viste così, sempre felici. Davvero, invece, stanno dicendo addio? "Così lasciatemi riposare in questo momento e credere che il lato migliore della vita sia molto sim

occhi

Era sempre stata blu. Nata blu, il suo mondo era blu: tutti erano blu. Un giorno, mangiando un gelato, un'amica le disse: "vorrei davvero avere capelli rossi belli come i tuoi". Forse il mondo era rosso?

Non lo so!

Questa rabbia piccola, inutile e faticosa mi toglie il respiro. E mi fa sentire inadeguata e brutta. L'incapacità di saper trovare la strada percorribile mi fa esplodere come non vorrei fare mai. E non mi sopporto io per prima. Giorni, tanti giorni, senza tregua. Solo fatica (spesso inutile); solo notizie brutte. Eppoi questo mio insistere nel voler sempre vedere una qualche possibilità di ottimismo (che fatica l'ottimismo congenito: è quasi come una malattia cronica che inevitabilmente convive con noi nella quasi sempre incomprensione di chi con noi divide la vita). Eppoi accendo la radio e sento Gino Paoli: una persecuzione o un destino? Eppoi. Eppoi. Eppoi mangio cose che fanno male al mio corpo ma bene ("per finta") al mio spirito: mettono a tacere la rabbia dello stomaco...Eppoi vorrei il suono di una voce che non provenisse da una radio e che avesse più di cinque anni. Poi vorrei vento e mare e ancora vento per spazzare via la rabbia, la fatica, i pensieri, le

Solitudine

Ho bisogno di pioggia. Di pioggia lieve e profumata come quella che cade al finire dell'estate portando con se' un leggero desiderio di funghi, di foglie gialle, castagne ed erba appassita; di cieli imbronciati e nebbia sottile. Ho bisogno della danza e della musica della pioggia: sui vetri, nelle bolle delle pozzanghere, nei rivoli lungo le strade. Ho bisogno degli odori della pioggia diversi in ogni stagione. Del profumo verde e fresco delle piogge di aprile che sanno di vento e pollini. Dell'odore del sole nelle piogge di luglio e quello di ghiaccio e di cieli grigi delle piogge di gennaio. Vorrei un tetto che suona gocce forti abbastanza da lavare un'intera stagione; un tetto che accompagni tuoni e scontrarsi di nuvole. Per quanto mi possa sentire sola, una giornate di pioggia accarezza la mia anima e lenisce il mio cuore scandendo il ritmo dei miei pensieri. Oggi e' stata una calda, avvolgente, giornata di sole.

Ali

Quando ti penso, penso alla luce lassu' che ha addolcito i miei occhi fino a velarne per un attimo la paura. Penso alla luce chiara e forte delle cime innevate, all'azzurro incredibile che solo un nuovo altissimo giorno puo' regalare. Ero certa che non avrei piu' posseduto ali: tu le hai posate sulle mie spalle e io sono venuta a salutarti. C'e' un tempo per vivere ed un tempo per morire: il tempo per amare e' adesso. Sempre

Parole

Parole, frasi. Nessun pensiero. Parole una in fila all'altra: nessuno scambio. Nessuna intenzionalità. Parole per nascondere e non per svelare. O, forse, solo parole per riempire un silenzio che non si desidera ascoltare. Ma per me le parole sono PAROLE. Sono pensiero, voce, istinto. Dignità. Regalo. A volte parlo da sola senza avere nulla da dirmi e vorrei qualcuno che sapesse ascoltare i miei silenzi: che di parole si attorciliano. Desidero parole leggere come la pioggia che da troppo tempo non bagna il mio terrazzo. Come la pioggia che mi manca. Parole che sanno lavare la stanchezza perche' pronunciate piano, lentamente, da una voce gia' conosciuta. Desidero parole nuove di nuovi pensieri che confondano ancor piu' i miei gia' confusi pensieri. Parole che ho l'impressione di non possedere e che poi scopro essere parte del mio ragionare. Desidero parole d'amore. Banali, solite, rosse, scontate. Che diventano uniche solo perche' dette a me come uni